E' quanto sostiene il presidente dell’Emilia-Romagna, intervenuto nel corso di “Timeline”. Poco prima il commissario per l'emergenza aveva detto: "Dobbiamo continuare a vaccinare gli over 60 e i fragili. Se non mettiamo in sicurezza gli over 60 che hanno il 95% possibilità di finire in ospedale, o peggio ancora di morire, non ne usciamo"
“Sottoscrivo le parole del generale Figliuolo perché il 95% dei decessi riguarda persone con più di 60 anni”. Queste le parole del presidente dell'Emilia- Romagna, Stefano Bonaccini, ospite di “Timeline” su Sky TG24, a commento del monito lanciato dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo sull’importanza della vaccinazione per gli over 60. "Dobbiamo continuare a vaccinare gli over 60 e i fragili. Chiedo a tutti presidenti di Regione di andare avanti con i richiami, è facile farsi prendere dalla propaganda, ma se non mettiamo in sicurezza gli over 60 che hanno il 95% possibilità di finire in ospedale, o peggio ancora in terapia intensiva, o peggio ancora di morire, non ne usciamo" ha dichiarato infatti Figliuolo, in visita a Firenze. "C'è stato un calo vertiginoso dei ricoveri e dei decessi dando priorità alle classi vulnerabili. Adesso abbiamo davanti 2-3 settimane in cui dobbiamo tenere la barra dritta", ha aggiunto.
La campagna vaccinale in Emilia-Romagna
“Noi abbiamo aperto ai 40enni, ieri abbiamo avuto 120mila prenotazioni, ma abbiamo detto che fino alla fine di giugno o a giugno inoltrato, non saremo in grado di vaccinarli perché le dosi non sarebbero sufficienti a fare tutti. Io credo che sia molto più giusto mettere al riparo il prima possibile coloro che rischiano più degli altri”, ha sottolineato ancora Bonaccini, raccontando la situazione che riguarda la campagna vaccinale della sua Regione.
L’approccio del Governo sulle riaperture e il green pass per le discoteche
Bonaccini, poi, ha sottolineato di condividere molto “come il governo sta lavorando e come si è approcciato il premier Draghi a queste riaperture”, ha aggiunto. E, proprio sul tema, ha spiegato che “per le piscine al chiuso penso si possa anticipare di qualche settimana, se i contagi crolleranno e penso sarebbe anche giusto”. Per le discoteche, invece, “è più complicato perché sono un luogo di assembramento ma proviamo a studiare se esistono possibilità, a differenza dello scorso anno quando non avevamo il vaccino”. A proposito del green pass di cui si è parlato per le discoteche, il presidente dell'Emilia-Romagna, si è detto favorevole all’ipotesi, per far ripartire settori come quelli che coinvolgono i locali da ballo, da tempo in sofferenza a causa delle restrizioni legate alla pandemia. “Le discoteche e i matrimoni sono settori che non hanno mai riaperto e soffrono tantissimo. Io credo che ragionare sulla massima sicurezza, quindi con il green pass o con un passaporto che dimostri che una persona è o vaccinata o non rischia di contagiare, potrebbe essere una soluzione”, ha riferito.
Bonaccini: “Dosi in vacanza? Valutazione Regioni – Governo”
Nel corso dell’intervento, Bonaccini, ha poi commentato il possibile richiamo del vaccino ai turisti italiani in vacanza in un’altra Regione rispetto a quella di residenza. Si tratta di un tema, ha detto, da valutare in un confronto tra Governo e Regioni “ma non è semplice”, ha aggiunto. “Credo sia giusto provare ad affrontare il problema ma non so se saremo in grado di trovare le soluzioni. Io auspico di sì”. Ma, ha specificato, “non bisogna parlare per slogan, bensì ragionare sulla base dei dati e del reale numero di dosi che arriveranno. Io chiedo un confronto per fare una valutazione tutti insieme. Tutti dovrebbero essere trattati allo stesso modo in tutte le Regioni”, ha riferito.
La possibilità che l’Emilia-Romagna entri in zona bianca
“Già essere zona gialla dà un bel vantaggio al Paese nel senso che si può ripartire con tutto o quasi. Se continua così, a giugno magari non all'inizio, anche noi potremo diventare zona bianca”, ha commentato infine il presidente dell’Emilia-Romagna, ricordando che nella sua Regione il tasso incidenza è pari a 58 contagiati su 100mila abitanti. “Non mi piacciono i pronostici, serve il lavoro quotidiano, giorno per giorno. Sono molto fiducioso, perché in Emilia-Romagna un mese e mezzo fa avevamo 3.600 ricoverati nei reparti Covid, e oggi sono poco più di mille, erano oltre 400 i pazienti in terapia intensiva, ora siamo abbondantemente sotto i 200”, ha detto.