Ipertensione, da uno studio sul microbiota intestinale nuovi dettagli su come combatterla
Salute e BenessereSecondo una ricerca del Baylor College of Medicine, il digiuno intermittente potrebbe aiutare a combattere l'ipertensione, "ristrutturando" il microbiota intestinale, cioè l'insieme dei batteri che vivono nell'apparato digerente
Un recente studio del Baylor College of Medicine ha scoperto che la disbiosi intestinale, una condizione di squilibrio microbico causata da una crescita eccessiva di batteri “cattivi” all'interno dell'intestino, potrebbe contribuire all'ipertensione.
Ma è possibile manipolare il microbiota intestinale per prevenire o alleviare l'ipertensione? Per rispondere a questa domanda, il team di ricerca guidato da David Durgan ha attinto a ricerche precedenti che dimostrano come il digiuno sia uno dei principali motori della composizione del microbiota intestinale. Nel corso di uno studio condotto su cavie da laboratorio, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che il digiuno intermittente potrebbe aiutare a combattere l'ipertensione, "ristrutturando" il microbiota intestinale, cioè l'insieme dei batteri che vivono nell'apparato digerente.
Lo studio sui roditori
Per compiere lo studio, descritto nel dettaglio sulle pagine della rivista scientifica Circulation Research, i ricercatori hanno fatto digiunare a intermittenza alcune cavie ipertese e soggette a ictus. Nove settimane dopo l'inizio dell'esperimento, hanno osservato che i topi con il disturbo che digiunavano a giorni alterni avevano una pressione sanguigna significativamente ridotta rispetto ai roditori con la stessa patologia ma che non avevano digiunato. "Molti dei batteri nel microbiota intestinale sono coinvolti nella produzione di composti che hanno dimostrato di avere effetti benefici man mano che entrano nella circolazione e contribuiscono alla regolazione della fisiologia dell'ospite. I programmi di digiuno potrebbero un giorno aiutare a regolare l'attività delle popolazioni microbiche intestinali per fornire naturalmente benefici per la salute", ha spiegato David Durgan, coordinatore del team di ricerca.
Soffrire di parodontite potrebbe aumentare il rischio di pressione alta
Un precedente studio di settore, condotto dal professor Francesco D'Aiuto dell'UCL Eastman Dental Institute di Londra e membro della SIdP, Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, ha invece fatto luce su un legame tra parodontite e ipertensione, due malattie molto diffuse nella popolazione mondiale. Dall'analisi è emerso che avere gengive infiammate e che sanguinano, uno dei principali sintomi dell'infiammazione dei tessuti parodontali, potrebbe essere una spia che qualcosa non va anche a livello pressorio. I risultati dello studio, pubblicato sulle pagine della rivista specializzata Hypertension, suggeriscono che i pazienti che soffrono di questa malattia gengivale dovrebbero essere informati di questo rischio, e attuare cambiamenti nello stile di vita per prevenire la pressione alta.