Il consiglio del dottor Stefano Erzegovesi, primario del Centro per i Disturbi Alimentari dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, è iniziare da un’alimentazione più ricca di fibre e vegetali
Quando inizia la bella stagione, inutile dirlo, spopolano ovunque su siti e social media consigli dietetici per perdere i chili di troppo accumulati durante l’inverno. A maggior ragione oggi, con la situazione che stiamo vivendo per via della pandemia da Covid, con le restrizioni e i limiti che essa pone ai nostri abituali stili di vita rendendoli spesso più sedentari, in molti sentono l’esigenza di mettersi a dieta in vista dell’estate.
Abbiamo sentito il parere del dottor Stefano Erzegovesi, medico nutrizionista e psichiatra, per riuscire ad orientarci tra i falsi miti sulle diete e soprattutto per avere delle valide indicazioni medico scientifiche su una pratica che sembra andare molto di moda: il digiuno.
Cos’è il digiuno e a cosa serve
“Innanzitutto definiamo il digiuno” dice Erzegovesi: “rimanere senza mangiare dalle 8 di sera alle 8 di mattina di fatto è già un digiuno. Quindi non pensiamo al digiuno come ad una situazione in cui restiamo senza cibo per un’intera giornata, o peggio, anche per più di un giorno. Il digiuno significa fare in modo che il nostro organismo, per un tot di ore consecutive, possa avere la possibilità di riposare e in questo modo di autorigenerarsi. In generale significa sfatare quel mito che dice che dobbiamo smangiucchiare sempre, per cui vanno fatti sei pasti o, addirittura, otto micro-pasti al giorno. In ogni caso, prima di pensare a come digiunare, pensate a tutti gli altri giorni della settimana, cioè: fare un digiuno con un’alimentazione particolarmente scorretta (quindi ricca di prodotti industriali raffinati, povera di frutta e verdura ecc.) diventa uno stress in più per l'organismo, costretto ad oscillare tra due estremi e, di conseguenza, con più difficoltà a riconoscere i giusti segnali di fame e sazietà”.
Consigli per un’alimentazione che possa saziare
“Il consiglio che io do sempre” spiega Erzegovesi “è cercare di ricostruire le nostre giornate alimentari avendo in mente la necessità di un’alimentazione più saziante”. Cosa vuol dire? “Un’alimentazione più ricca di fibre e di conseguenza più ricca di vegetali (cereali integrali, verdura, legumi, frutta). Fatto questo primo passo, se dovessimo avere bisogno di uno stimolo di depurazione/rigenerazione più accentuato, allora potremmo pensare a un piccolo digiuno, parziale ed intermittente come dicevamo prima: ad esempio iniziare cenando un’ora prima del solito, quindi arrivare ad avere dodici ore serali/notturne consecutive senza cibo, oppure fare una giornata di magro, in cui si mangi solo verdura con un po' d'olio d'oliva o, infine, per i più allenati, una giornata dove si bevono solo liquidi non zuccherati”.
Il digiuno è un atto medico
Il dottor Erzegovesi è, fra l’altro, anche autore del libro “Il digiuno per tutti” dove viene spiegato molto bene il concetto di digiuno come pratica per "rieducare" le nostre giornate alimentari, ma occorre dare un avvertimento, come lui stesso ci spiega: “attenzione” dice Erzegovesi: “il digiuno è un atto medico. Privare l’organismo di energia per un tempo lungo vuol dire che, come minimo, dobbiamo chiedere al nostro medico, anche per sapere se è compatibile con le medicine che prendiamo o con le eventuali patologie di cui soffriamo. In ogni caso, il digiuno non va mai bene per le persone in accrescimento (bambini, adolescenti, donne in gravidanza o allattamento) e per le persone che soffrono di un disturbo del comportamento alimentare di tipo anoressia o bulimia nervosa”.
La moda del digiuno intermittente nelle diete
“Il digiuno, come tutte le pratiche alimentari che vengono percepite come rapide e drastiche, affascina molto, ci evoca qualcosa di molto potente e quasi magico” spiega Erzegovesi; “il digiuno nell’immaginario collettivo evoca sacrifici eroici e risultati rapidi ma, attenzione, non va mai affrontato alla leggera e deve sempre e comunque essere condiviso con il vostro medico”.