Sancita a giugno 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 15 marzo è la Giornata del “Fiocchetto Lilla”, iniziativa pensata per offrire supporto a coloro che stanno lottando contro le problematiche dei “Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)”, tra cui anoressia, bulimia, obesità e altre forme ancora. E per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema
Ricorre oggi, 15 marzo 2021, la Giornata nazionale del “Fiocchetto Lilla” contro i disturbi del comportamento alimentare. L’iniziativa è stata promossa per la prima volta nel 2012 dall’associazione “Mi Nutro di Vita”, con il tentativo di offrire supporto a coloro che stanno lottando contro queste problematiche e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei “Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)”, tra cui anoressia, bulimia, obesità e altre forme ancora. Come informa il portale che promuove l’iniziativa, tra gli obiettivi della stessa c’è quello di “difendere i diritti fondamentali di chi è colpito da un DCA, sensibilizzare l’opinione pubblica, facendo conoscere la frequenza, le caratteristiche e le gravi conseguenze che questi disturbi possono avere per la salute fisica e psicologica di chi ne soffre, scoraggiare il disinteresse da parte di chi non è direttamente coinvolto e accrescere la consapevolezza a livello individuale, collettivo ed istituzionale”.
Implementare la corretta informazione intorno ai DCA
Sancita ufficialmente il 19 giugno 2018, la Giornata del “Fiocchetto Lilla” è stata certificata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Come si legge sul portale che la promuove, istituirla ha significato “aumentare l’attenzione della popolazione italiana attorno a queste patologie che utilizzano il corpo come mezzo per comunicare un disagio ben più profondo”. Secondo gli esperti, in quest’ottica, risulta importante “implementare la corretta informazione intorno ai DCA, per facilitare la comprensione dei meccanismi psico-biologici che favoriscono la malattia e diffondere la consapevolezza che questi disturbi possono essere curati attraverso una rete assistenziale orientata all’individuazione precoce del disturbo, tramite l’attivazione di percorsi riabilitativi multidisciplinari specializzati”. Fondamentali per il successo del trattamento, viene ribadito, risultano “la diagnosi precoce della malattia ed un intervento tempestivo affidato ad un’équipe di medici specialisti”.
I numeri in Italia e con la pandemia
In Italia, a soffrire di questi disturbi a livello alimentare, sono circa 3 milioni di giovani, per un fenomeno “spesso sottovalutato sia da chi ne soffre che dai famigliari, e che costituisce una vera e propria epidemia sociale”. Tra le persone interessate, il 95,9% sono donne, il 4,1% uomini. E, sottolineano ancora gli esperti, la pandemia e i relativi lockdown hanno provocato un netto aumento dei disturbi alimentari nel nsotro Paese. Infatti, secondo i dati resi noti dal Centro Nazionale per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, nei primi 6 mesi del 2020 in Italia ci sono stati 230.458 nuovi casi a fronte dei 163.547 dello stesso periodo del 2019, con un aumento del 30%. Tra questi casi, sono aumentati quelli di esordio della malattia ex novo, si sono aggravati quelli preesistenti e si è abbassata la fascia di età, che ha coinvolto pazienti anche fino a 11 anni.