Autismo, prima rete nazionale per la diagnosi precoce dei disturbi

Salute e Benessere

Il progetto, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), rientra nell’ambito del protocollo NIDA per la sorveglianza e la valutazione del neurosviluppo. Presente prima in quattro regioni italiane, il protocollo è adesso presente in tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di condividere con gli specialisti i percorsi adeguati per l’individuazione precoce dei disturbi dello spettro autistico

Grazie al progetto “Italian Autism Spectrum Disorders Network: filling the gaps in the National Health System care”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), in collaborazione con IRCCS Eugenio Medea, IRCCS Stella Maris, IRCCS Bambino Gesù e Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, è stata messa a punto una rete nazionale, insieme allo sviluppo di nuove piattaforme e di una web community per condividere con gli specialisti i percorsi adeguati per l’individuazione precoce dei disturbi dello spettro autistico, con l’obiettivo di intervenire sempre più velocemente nella diagnosi.

Percorsi e protocolli di riconoscimento e diagnosi precoce

Il progetto, finanziato anche dal Ministero della Salute tramite la Direzione generale della ricerca e dell'innovazione in Sanità, ha “permesso di mettere in evidenza l’efficacia del modello di sorveglianza del Network NIDA nella popolazione ad alto rischio per disturbo del neurosviluppo”, si legge in un comunicato dell’Iss, in riferimento a fratelli e sorelle di bambini con diagnosi di disturbo dello spettro autistico, neonati pretermine e piccoli per età gestazionale, oltre che nella popolazione generale. Sono stati poi sperimentati percorsi e protocolli di riconoscimento e diagnosi precoce, è stato identificato un protocollo clinico e un pannello di biomarcatori in grado di prevedere l’evoluzione di un bambino verso una diagnosi di disturbo di spettro autistico e "una maggiore responsività ad un intervento riabilitativo precoce". I risultati del progetto di rete, si legge ancora, "rientrano in un percorso di miglioramento del sistema sanitario finalizzato al potenziamento della continuità di cura e presa in carico tra sistema delle cure primarie e sistema specialistico”, spiegano gli esperti.

Il protocollo esteso a livello nazionale

Inizialmente applicato in sole quattro regioni italiane, il protocollo NIDA per la sorveglianza e la valutazione del neurosviluppo è adesso presente in tutto il territorio nazionale, anche grazie alla collaborazione con le Regioni e con la Società Italiana di Neonatologia, la Società Italiana della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la Società Italiana di Pediatria, la Federazione Italiana Medici Pediatri, l’Associazione Culturale Pediatri ed il sindacato Medici Pediatri di Famiglia. “I fratelli minori di bambini già diagnosticati con disturbo dello spettro autistico hanno un rischio maggiore, rispetto alla popolazione generale di sviluppare un disturbo dello spettro”, ha sottolineato Maria Luisa Scattoni, coordinatrice Nazionale del Network NIDA e dell’Osservatorio Nazionale Autismo. Ad oggi, ha continuato l’esperta, “i test clinici disponibili permettono una diagnosi attendibile a partire dai due anni ma lo studio di quanto avviene nei primi 18 mesi di vita di questi bambini è cruciale poiché vi è evidenza che l’individuazione precoce ed un tempestivo intervento possano significativamente ridurre l’interferenza sullo sviluppo ed attenuare il quadro clinico finale”. L’applicazione del modello per la sorveglianza nel bambino a rischio di autismo nei primi 36 mesi di vita, ha poi concluso, “riflette un solido modello di ricerca ed ha dimostrato di produrre importanti ricadute cliniche”.

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