Vaccino Johnson & Johnson, l’azienda: “Non serve richiamo e funziona sulle varianti”

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A dirlo, in un’intervista concessa al “Corriere della Sera” è Massimo Scaccabarozzi, presidente e ad di Janssen Italia che fa parte del colosso Johnson & Johnson, oltre che presidente di Farmindustria. “Abbiamo testato il vaccino anche in Sudafrica in un periodo in cui la variante era già in circolazione, e la media sull’efficacia in forme da moderate a gravi si è attestata al 66%”, ha poi spiegato

“Una sola dose, nessun problema di temperatura di conservazione: a 2/8 gradi è stabile per tre mesi, a -20 gradi per due anni. È stato testato in modo particolare sui malati che avevano altre patologie, tra cui obesità, diabete, tumori, Hiv. Risultato: una copertura del 100% contro il rischio di ospedalizzazione o morte, dell’85% contro le forme gravi di Covid”. Con queste parole, in un’intervista concessa al “Corriere della Sera”, Massimo Scaccabarozzi, presidente e ad di Janssen Italia che fa parte del colosso Johnson & Johnson, oltre che presidente di Farmindustria, ha raccontato le caratteristiche del siero prodotto dalla società farmaceutica multinazionale statunitense. Descrivendone anche la parziale efficacia sulle varianti: “Abbiamo testato il vaccino anche in Sudafrica in un periodo in cui la variante era già in circolazione, e la media sull’efficacia in forme da moderate a gravi si è attestata al 66%”, ha spiegato.

L’iter di sperimentazione

Ma a che punto è l’iter di approvazione del vaccino di Johnson & Johnson. E’ sempre Scaccabarozzi a spiegarlo. “Abbiamo depositato la fase 3 della sperimentazione, dovrebbe essere autorizzato dall’Ema entro marzo”, ha sottolineato, raccontando come il siero sia già stato testato su 43.783 partecipanti “di varie fasce di età e varie latitudini, dagli Usa all’America Latina, al Sudafrica, nel periodo in cui il contagio era più elevato. Il che ci mette al riparo dalle varianti”. Tra i Paesi maggiormente interessati, proprio il Sudafrica che, attraverso le parole del presidente, Cyril Ramaphosa, ha spiegato “di riporre grosse aspettative” su questo vaccino.

Gli accordi con l’Ue e le dosi per l’Italia

Il siero della multinazionale americana si basa sulla tecnologia “dell’adenovirus: la piattaforma è la stessa usata per il vaccino contro l’ebola, ed è quella comune ai vaccini antinfluenzali, quindi molto tollerabile”, ha continuato l’ad di Janssen Italia. “Abbiamo appena chiesto l’autorizzazione per situazioni di emergenza alla Fda (Food and drug administration) degli Usa: potrebbe arrivare entro febbraio”, ha poi preannunciato, specificando poi che con l’Unione Europea esiste un accordo di “prelazione per 200 milioni di dosi, più un’opzione per altre 200 milioni”. Nello specifico, per l’Italia “è previsto l’arrivo di 27 milioni di dosi per altrettante persone. Senza richiamo”, ha detto ancora Scaccabarozzi.

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