
Vaccini Covid, si delinea il piano di Draghi: più personale, prima la scuola
Prende forma il cambio di passo che il premier incaricato vuole dare alla campagna vaccinale. Previsto più personale per vaccinare gli italiani. Si studia una logistica adeguata in tutto il Paese per una somministrazione più rapida. Priorità ad insegnanti e personale scolastico. Si valuta anche l'ipotesi di una piattaforma digitale e un call center per le prenotazioni e per avere in tempo reale l'andamento delle vaccinazioni

Prende sempre più forma il cambio di passo che il premier incaricato Mario Draghi vuole idare alla campagna vaccinale. Il piano dell’ex presidente della Bce prevede più personale per vaccinare gli italiani, una logistica adeguata in tutto il Paese per una somministrazione più rapida, priorità ad insegnanti e personale scolastico, una piattaforma digitale e un call center per le prenotazioni e per avere in tempo reale l'andamento delle vaccinazioni
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Un'accelerazione, questa, di cui il presidente incaricato ha parlato a tutti i partiti anche in virtù delle "notizie positive" che "a breve" arriveranno dall'Unione europea sui contratti con le case farmaceutiche: Bruxelles sta trattando per avere più dosi
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Va rivista dunque la logistica, per aumentare la distribuzione nelle regioni, e vanno incrementati i 'vaccinatori', magari attingendo ai volontari della Protezione Civile e alla sanità militare per accelerare le somministrazioni. C'è un dato che conferma questa necessità: le prime 249mila dosi di Astrazeneca destinate agli under 55 sono state tutte consegnate, ma le vaccinazioni non sono ancora partite in nessuna regione
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Draghi ha fatto un accenno nei colloqui anche alla possibilità di produrre i vaccini in Italia. Ma anche se si raggiungessero gli accordi con le case farmaceutiche in tempi brevi, potrebbero servire mesi per adeguare gli impianti delle aziende
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Una volta insediato, l'ex presidente della Bce troverà comunque sul suo tavolo il nuovo piano del ministero della Salute illustrato il 9 febbraio alle Regioni: prevede entro la fine di marzo l'arrivo di 14,5 milioni di dosi: 9,1 da Pfizer, 4,165 da Astrazeneca e 1,3 da Moderna
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La Conferenza delle Regioni ritiene però che ”in questa fase” il piano sia “di difficile applicazione per la carenza delle dosi di vaccino disponibili e per l' indeterminatezza di alcune indicazioni"
Vaccini Covid, si delinea il piano di Draghi
Per le Regioni "risulta necessario chiarire in maniera più specifica quali sono i target prioritari da vaccinare"; urgono poi le "indicazioni necessarie a consentire da subito l'utilizzo del vaccino Astrazeneca, partendo dal personale scolastico" e valutando, con Aifa, la possibilità di estenderne l'utilizzo anche agli over 55. Ultimo punto: verificare ulteriori vaccini disponibili sul mercato

Il piano nazionale per le vaccinazioni anti-Covid è stato aggiornato tenendo conto della riduzione dei farmaci disponibili nella prima fase e ha elencato chi sono i soggetti a cui destinare le prossime dosi. Tra questi: i soggetti "estremamente vulnerabili" e gli over 70. In totale sono 6 le categorie che verranno vaccinate prioritariamente nella seconda fase della campagna vaccinale

Se rimarrà così il piano, o se sarà modificato, lo si capirà nei prossimi giorni, ma Draghi dovrà fare i conti con almeno altre due questioni. La prima è l'ennesimo scontro tra il governo e la Lombardia, sul 'piano Bertolaso’. Fontana e Moratti volevano che il piano fosse valutato dal Cts e, eventualmente, messo a disposizione delle altre regioni. Ma il ministero della Salute ha stoppato l'iniziativa

L'altra questione è la volontà di alcune regioni di procedere autonomamente all'acquisto dei vaccini. L'ha annunciato Luca Zaia per il Veneto e lo stanno valutando anche la Lombardia, l'Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia e la Sicilia, mentre Lazio, Puglia e Campania si sono dette contrarie