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Miozzo a Sky TG24: “Scordiamoci il Natale tradizionale. Vaccino? Ci faremo trovare pronti”

Salute e Benessere

Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico invita a evitare il tradizionale cenone con tutta la famiglia e gli "assalti" ai negozi

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Durante il suo intervento a Sky TG24, Agostino Miozzo, il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ha difeso l’utilità dei 21 indicatori usati per determinare il grado di emergenza presente in ciascuna regione. “Se si vuole una fotografia più sbiadita diminuiamo il numero di pixel della macchina fotografica. I 21 indicatori che definiscono la situazione epidemiologica delle regioni sono importanti per avere indicazioni precise, se li vogliamo ridurre si può fare, ma io auspicherei di mantenere lo standard elevato. Sarà una decisione politica, da prendere di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità”, ha spiegato. Per quanto riguarda la possibile introduzione di nuove zone rosse, Miozzo ha sottolineato che dipenderà dalla situazione evidenziata domani, venerdì 20 novembre, dalla cabina di regia.

Miozzo

Il piano di distribuzione del vaccino

Parlando del vaccino anti-Covid, Miozzo ha spiegato che gli esperti italiani stanno lavorando ormai da mesi a un piano di distribuzione efficace. “Quando il vaccino arriverà in Italia sarà necessario aver programmato tutto, dai destinatari alla sicurezza della distribuzione. Il commissario Arcuri sta facendo un gran lavoro e c’è un piano di distribuzione ben avanzato. Direi che siamo pronti”. Miozzo ha poi parlato dell’ipotesi di rendere il vaccino obbligatorio. “Sarà necessario fare un’operazione di convincimento, perché il percorso dell’obbligatorietà è complicato e deve avere passaggi normativi”. Secondo l’esperto sarà importante garantire alle persone l’assenza di complicazioni particolari legate alla vaccinazione. 

 

Miozzo esclude la possibilità di un Natale “liberi tutti”

Il coordinatore del Cts ha sottolineato che il prossimo Natale non sarà come tutti gli altri e dovrà essere vissuto rispettando le restrizioni introdotte per combattere il coronavirus. Quest’anno, per esempio, sarà necessario rinunciare al tradizionale cenone con venti persone e anche il classico shopping natalizio dovrà essere rigoroso, senza “assalti” ai negozi. Dopo un’estate “liberi tutti”, non priva di conseguenze, Miozzo esclude categoricamente un periodo natalizio vissuto con lo stesso spirito. “Visto che il trend epidemiologico è positivo, ci sarà probabilmente la riapertura di alcuni spazi e luoghi di ristoro tradizionali. In alcune parti del Paese ciò potrebbe accadere già dopo il 3 dicembre”, ha concluso l’esperto.

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