Vaccino Coronavirus, Rasi (Ema): “Ingannevole dire che arriverà entro Natale”

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Secondo il direttore esecutivo dell’Ema i primi vaccini potranno essere effettuati tra fine gennaio e inizio febbraio e gli effetti saranno osservabili in estate. Difficile prima visto che “le case farmaceutiche non ci hanno ancora presentato i dati clinici delle sperimentazioni e praticamente siamo a novembre”

“Tecnicamente è ancora possibile, ma è estremamente difficile se non improbabile” che il vaccino contro il coronavirus arrivi entro la fine del 2020. Lo ha detto Guido Rasi, direttore esecutivo dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, in un'intervista a Repubblica. Dichiarazioni importanti visto che è l’Ema che andrà ad approvare la commercializzazione della cura in Europa. Quando allora possiamo attenderci un vaccino anti Covid? “Se tutto andrà liscio tra gennaio e febbraio. Ne abbiamo tre che hanno completato o stanno per completare la terza fase della sperimentazione: Moderna, AstraZeneca e Pfizer" risponde Rasi. "Ora devono analizzare i dati e compattarli. Se entro fine novembre ci manderanno informazioni chiare e inequivocabili - aggiunge - potremo farcela appunto tra fine gennaio e inizio febbraio. Poi si potrebbe iniziare a vaccinare subito le categorie a rischio”. Difficile averlo prima visto che “le case farmaceutiche non ci hanno ancora presentato i dati clinici delle sperimentazioni e praticamente siamo a novembre”.

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Guido Rasi - ©Ansa

Effetto del vaccino entro l’estate

“Entro l’estate inizieremo ad avere abbastanza vaccinati per vedere gli effetti sulla pandemia” prosegue Rasi su Repubblica, specificando poi che per l’intero continente serviranno “500-600 milioni di dosi e averle entro la fine del prossimo anno non sarà possibile”. Sulla cura russa e quella cinese, Rasi assicura che “se li vorranno commercializzare in Europa dovranno passare dell’Ema e dubito che con le nostre procedure otterranno il via libera prima di quelli già in via di sperimentazione da noi”.

 

Superare la pandemia

Di un’altra cosa è certo il direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco: “sicuramente a fine 2021 avremo una vita molto più gestibile, potremmo arrivare a sconfiggere del tutto il Sars-Cov2 con un’immunità di massa oppure le sue mutazioni potrebbero renderlo simile alla normale influenza, con la necessità di preparare un vaccino all’anno”. I tempi dipendono, conclude, “dall’efficienza dei vaccini, dalla bontà dei piani vaccinali dei governi, da quelli per la comunicazione mirata a convincere le persone a vaccinarsi e dal monitoraggio per tarare le strategie vaccinali e aumentarne l’efficacia”.

Il direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell'Università di Padova, Andrea Crisanti, esce dalla procura di Bergamo dopo un colloquio con i magistrati che si occupano delle inchieste sulle conseguenze del coronavirus nel Bergamasco, 22 giugno 2020.  ANSA/FILIPPO VENEZIA

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