I farmaci ormonali per le transizioni di genere sono da oggi a carico del SSN

Salute e Benessere

Lo hanno stabilito due determine dell'Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, che sono state pubblicate ieri sulla Gazzetta Ufficiale e che entrano in vigore proprio da quest’oggi

I medicinali usati nella terapia ormonale per la virilizzazione di uomini transgender oppure ancora per la femminilizzazione di donne transgender, diventano a partire da oggi, primo ottobre 2020, totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Lo prevedono due delibere dell'Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, che sono state pubblicate ieri sulla Gazzetta Ufficiale e che entrano in vigore proprio da quest’oggi.

Farmaci
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Le decisioni sui farmaci

Nel primo caso, per i farmaci ormonali utilizzati nel passaggio da donna a uomo, la determina riporta il seguente testo. “Inserimento dei medicinali testosterone, testosterone undecanoato, testosterone entantato, esteri del testosterone nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 648, per l'impiego nel processo di virilizzazione di uomini transgender, previa diagnosi di disforia di genere/incongruenza di genere formulata da una equipe multidisciplinare e specialistica dedicata. (Determina n. 104272/2020). (20A05244). Nel secondo caso, invece, per ciò che concerne la terapia per il passaggio da uomo a donna, la determina riporta il seguente testo. “Inserimento dei medicinali estradiolo, estradiolo emiidrato, estradiolo valerato, ciproterone acetato, spironolattone, leuprolide acetato e triptorelina nell'elenco dei medicinali erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 648, per l'impiego nel processo di femminilizzazione di donne transgender, previa diagnosi di disforia di genere/incongruenza di genere, formulata da una equipe multidisciplinare e specialistica dedicata. (Determina n. 104273/2020). (20A05245). Anche in questo caso, l’accesso alla terapia è subordinato dunque ad una diagnosi formulata da un’equipe specializzata. Per i soggetti minori serve il consenso al trattamento di entrambi i genitori o da altri tutori secondo le normative attuali sui minorenni.

Il caso dell’Emilia-Romagna

Fin ad oggi, i medicinali che permettono alle persone transgender, ovvero coloro che non si riconoscono nel genere corrispondente al loro sesso biologico, di seguire una terapia ormonale erano gratuiti solo in alcune regioni e province, come spiega “Il Post”. In Toscana, la prima regione a renderli gratuiti, lo erano dal 2006. Solo ieri, invece l’Emilia-Romagna aveva esteso la gratuità di questi farmaci a tutto il territorio regionale. La decisione della giunta regionale "rappresenta un passo importantissimo per le persone trans, perché negli ultimi anni abbiamo assistito addirittura alla mancanza di questi farmaci”, ha detto il coordinatore di Arcigay Emilia-Romagna, Marco Tonti. “Inoltre, la situazione sul territorio regionale è a macchia di leopardo. Ora finalmente viene risolto questo problema". Secondo Tonti, poi, "la delibera dell'Aifa ha delle incongruenze e delle mancanze. Prendendola però insieme a quella della Regione e mettendole in sinergia, possiamo dire che il quadro normativo dell'Emilia-Romagna è il più avanzato a livello nazionale". Nonostante la decisione dell’Aifa, dunque, per le persone transgender l’accesso alle terapie di transizione farmacologica varia da regione a regione, spiega ancora “Il Post”, perché in alcune di esse non sono presenti centri che riescano a proporre diagnosi di incongruenza di genere, costringendo così i pazienti a doversi spostare.

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