Coronavirus e scuola, Crisanti: no a fai-da-te, sopra 37 ragazzi a casa

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Lo ha spiegato il microbiologo nel corso di un’intervista rilasciata a “Repubblica”. “La soglia per assentarsi dalle lezioni andrebbe abbassata a 37 gradi: per i ragazzi e i bambini, che si ammalano meno, fissarla a 37.5 non è adeguato”, ha detto l’esperto

La riapertura delle scuole, almeno in molte Regioni italiane, è ormai alle porte e uno dei nodi cruciali resta la misurazione della temperatura negli studenti. “E’ una cosa seria, non può essere delegata a otto milioni di famiglie. C’è chi la misura sulla fronte, chi nell'orecchio, chi sulla lingua, chi sotto l'ascella e per di più con termometri diversi". Sono queste le parole sul tema di Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare dell'Università di Padova, rilasciate nel corso di un’intervista al quotidiano “La Repubblica”. "E’ assurdo che siano le famiglie a misurare la febbre. Ognuno farà come vuole", ha detto il microbiologo, sottolineando che "c’è una questione di coerenza: se si tratta di una misura decisiva per la sorveglianza epidemiologica allora deve farla lo Stato, non i singoli cittadini in un caotico fai-da-te". Crisanti ha poi aggiunto che “la soglia per assentarsi dalle lezioni andrebbe abbassata a 37 gradi: per i ragazzi e i bambini, che si ammalano meno, fissarla a 37.5 non è adeguato”, ha detto.

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Scuola - ©Ansa

I sensori elettronici per la misurazione della temperatura

L’esperto poi, a proposito della segnalazione del Ministero della Salute e del Comitato tecnico scientifico (Cts) secondo cui che per misurare la temperatura negli istituti sarebbe servito più personale, più spazi e più tempo all’ingresso delle scuole, ha commentato dicendo che “esistono sensori elettronici che funzionano senza l’aiuto di alcun tecnico e che misurano la temperatura in pochi istanti, come quelli installati ad esempio negli aeroporti o in molte aziende”.

Crisanti, importante vaccinarsi contro influenza

In tema di vaccini, "appena si parla di obbligo si entra in un altro terreno. Sicuramente la vaccinazione contro l'influenza avrà il merito di diminuire un utilizzo non efficiente delle risorse", ha spiegato ancora Crisanti, questa volta intervenendo nel corso della trasmissione televisiva "Agorà", su Raitre. "In Italia ci sono 9 milioni di casi di influenza e circa 7 milioni di questi casi riguardano la fascia d'età 4-16 anni: il rischio è che distraggano il nostro sistema anti Covid", ha poi aggiunto l’esperto.

Il caso De Laurentiis

Crisanti si è poi espresso anche sul caso De Laurentiis, il presidente del Napoli che è risultato positivo al coronavirus nei giorni scorsi, non essendo asintomatico. L'atteggiamento di De Laurentiis è stato definito dal microbiologo "irresponsabile”, dato che “una persona che sta male dovrebbe rimanere a casa, specie in queste situazioni, e perchè una persona come lui dovrebbe dare esempio avendo una elevata visibilità". Il numero uno del Napoli aveva partecipato all'assemblea di Lega della Serie A all'hotel Hilton di Milano. Nei mesi scorsi, De Laurentiis aveva sofferto di una forma importante di polmonite. Anche la moglie Jacqueline è risultata positiva: entrambi sono a Roma per le cure.

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