Coronavirus, nei bambini la terapia con il plasma può essere sicura

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Lo afferma uno studio, abbastanza ristretto, condotto dagli esperti del Children's Hospital di Philadelphia. Mentre un altro lavoro di ricerca, del Children's National Hospital di Washington, ha sottolineato come non ci siano differenze significative nel tasso di ricovero in ospedale, tra i bambini colpiti da influenza e dal coronavirus

Emerso già da alcuni studi, gli scienziati hanno potuto sottolineare come nei bambini o comunque nei pazienti più giovani il Covid-19 possa colpire con meno forza e con gli stessi numeri dell'influenza. E che per i giovani pazienti che risultano positivi, il plasma dei guariti potrebbe risultare efficace. L'ottimismo in quest’ottica giunge da due ulteriori studi di recente pubblicazione, rispettivamente sulle riviste scientifiche “Jama Network Open” e su “Pediatric Blood and Cancer”. (Coronavirus, Iss: "Dati contagi come a febbraio ma fase diversa")

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La terapia con il plasma

L'uso del plasma di persone guarite, al cui interno sono presenti gli anticorpi contro il virus, è stato già utilizzato in diverse sperimentazioni negli adulti ed i primi risultati sembrano essere positivi, confermando l’efficacia della terapia. Nell’ambito di uno di questi studi, la stessa è stata usata su quattro pazienti pediatrici, tra i 14 e 18 anni, positivi al Sars-Cov-2 con una sindrome da distress respiratorio acuto e in condizioni critiche. In tutti e quattro i pazienti, come sottolineano gli specialisti del Children's Hospital di Philadelphia, l'uso del plasma non è risultato associato al fenomeno definito di “potenziamento anticorpo dipendente”, che si verifica quando il contatto con gli anticorpi peggiora l'infezione invece di curarla, e non ha soppresso nemmeno la produzione “autonoma” di anticorpi. "La piccola dimensione dello studio preclude conclusioni definitive sull'efficacia, tuttavia l'eccellente risposta clinica in questi pazienti è incoraggiante", hanno spiegato i medici.

Influenza e coronavirus nei più piccoli

Un altro dato, emerso dal secondo studio cioè quello pubblicato su Jama, è relativo alla gravità del Covid-19 nei bambini, e sottolinea come non ci siano differenze significative nel tasso di ricovero in ospedale, in terapia intensiva e nel ricorso alla ventilazione meccanica tra i bambini colpiti da influenza e dal coronavirus. "Abbiamo sempre enfatizzato l'importanza di riconoscere e isolare precocemente i casi di Covid-19. Avere un quadro clinico in mente aiuterà i medici nella diagnosi dei pazienti con sintomi da coronavirus", ha detto Xiaoyan Song del Children's National Hospital di Washington, coordinatore dello studio. Nel lavoro di ricerca sono stati paragonati i dati clinici di 315 bambini con Covid-19 confermato in laboratorio, risultati positivi tra il 25 marzo e il 15 maggio, e 1402 con influenza confermata sempre in laboratorio, ammalatisi tra ottobre 2019 ed il 6 giugno 2020, ricoverati al Children's National. Ne è emerso il fatto che dei 315 bambini con Covid, il 52% erano maschi e che l'età media fosse 8,4 anni. Di questi pazienti, il 17,1% è stato ricoverato: il 5,7% in terapia intensiva e il 3,2% con ventilatore meccanico. Tra i 1402 positivi all'influenza, il 52% erano maschi, con un'età media di 3,9 anni. Di questi il 21,2% è stato ricoverato: il 7% in terapia intensiva e l'1,9% ha ricevuto supporto con ventilatore meccanico. Dallo studio è quindi stato possibile stabilire una differenza nell'età media dei bambini ricoverati con Covid-19. In entrambi i gruppi analizzai, la febbre è stato il sintomo segnalato più spesso, seguito dalla tosse.

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