Coronavirus, Cristina Cassetti vice di Fauci: “Vaccino Usa pronto nel 2021”

Salute e Benessere

La virologa italiana è nel team che coordina i sette progetti statunitensi per il vaccino contro il Covid-19: “Sei aziende hanno già iniziato a produrre le dosi. Servono 30mila volontari”.

"Nonostante sei aziende abbiano già iniziato a produrre le dosi, prima di gennaio 2021 sarà dura avere un vaccino per il coronavirus". È quanto dichiara al Corriere della Sera Cristina Cassetti, vicedirettrice della Division of Microbiology and Infectious Diseases e braccio destro di Anthony Fauci, immunologo di riferimento degli Stati Uniti. Il centro della virologa italiana fa infatti capo al Niaid, l'istituto di ricerca sulle allergie e le malattie infettive, con sede a Washington e guidato proprio da Fauci.

Sei aziende hanno iniziato a produrre le dosi

 

Cristina Cassetti fa parte del gruppo di coordinamento dei sette progetti sul vaccino contro Covid-19 finanziati dal governo statunitense, tra cui Moderna e Pfizer, che hanno iniziato da qualche settimana la fase tre della sperimentazione. Adesso la donna, che si è formata a Roma con un dottorato in virologia, e i suoi colleghi stanno reclutando volontari. “L’obiettivo – dice al Corriere della Sera - è arrivare a circa 30 mila. Ci vorrà un po’ di tempo. Diciamo da qui alla fine di settembre, almeno. Ma c’è un passaggio importante da tenere presente. I test avranno senso quando saranno condotti su un certo numero di positivi, altrimenti non sarà possibile verificare l’efficacia del vaccino”. “Sei su sette delle aziende finanziate dal governo hanno già iniziato a produrre le dosi - aggiunge l’esperta - l’obiettivo è essere pronti appena la Federal Drug and Administration avrà completato le verifiche. Ci aspettiamo che l’autorità federale faccia le cose bene e possa dare il via libera con un provvedimento d’urgenza. Le prime dosi dei vaccini approvati potranno essere subito distribuite. Le aziende bocciate dovranno buttare via tutto e ricominciare”.

 

“Vaccino russo? Pochi test”

 

“Non ne sapevamo nulla, poiché i dati non sono stati pubblicati” così Cristina Cassetti, vicedirettrice della Division of Microbiology and Infectious Diseases riguardo il vaccino registrato dalla Russia. “Lo abbiamo letto anche noi sui giornali – ammette al quotidiano italiano - e non sono a conoscenza di contatti tra scienziati del nostro Istituto, il Nih, e russi. Ho visto che hanno testato il vaccino su 76 persone. Mi sembra un numero troppo limitato per poter essere certi che sarà efficace e che si possano escludere effetti collaterali”.

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