Le mascherine riducono il livello di ossigeno nel sangue? L'esperimento di un medico
Salute e BenesserePer dimostrare che questi dispositivi di protezione individuale non riducono i livello di ossigeno nel sangue, Maitiu O Tuathail ne ha indossate sei assieme
Chi è contrario all’uso delle mascherine, spesso sostiene che indossarle riduca il livello di ossigeno nell’organismo. Per dimostrare la falsità di questa affermazione, il medico irlandese Maitiu O Tuathail ha condotto un particolare esperimento, ben documentato nel video che ha pubblicato su Storyful e condiviso su Twitter. Nel corso del test, O Tuathail ha indossato sei mascherine, una dopo l’altra, senza mai smettere di monitorare la saturazione dell’ossigeno nel sangue. Per tutta la durata dell’esperimento, i valori sono rimasti sul 98-99% (tutti i valori superiori al 96% sono considerati normali). Il medico ha spiegato di aver condotto l’esperimento per sfatare una diceria molto diffusa sui social media, alla quale hanno creduto anche molti dei suoi pazienti.
Come si misura il livello di ossigeno nel sangue?
Per misurare il livello di ossigeno nel sangue è possibile utilizzare un saturimetro (noto anche come ossimetro). Durante i mesi del lockdown, questo strumento è diventato quasi introvabile, in quanto molte persone l’hanno acquistato per individuare tempestivamente un’eventuale dispnea, uno dei sintomi del Covid-19 (segui la DIRETTA di Sky TG24). Ciò, come avvenuto anche per le mascherine e gel igienizzanti, ha determinato anche un notevole incremento dei prezzi, soprattutto sulle piattaforme online. Per utilizzare un saturimetro, è sufficiente applicare una specie di “pinzetta” all’ultima falange del dito di un paziente o, in alcuni casi, al lobo dell’orecchio. Sul display del dispositivo, di solito a cristalli liquidi, vengono visualizzati i risultati ottenuti. Come accennato, tutti i valori superiori al 96% vengono considerati normali, mentre quelli compresi tra il 90 e il 95% indicano una condizione di parziale assenza di ossigeno (un campanello d’allarme che è bene non ignorare) e quelli pari o inferiori all’85% sono associati a una grave forma di ipossia. Oltre all’emoglobina legata all’ossigeno, alcuni modelli consentono di rilevare anche la frequenza cardiaca e l’intensità della pulsazione.