Coronavirus, secondo gli esperti le cure sono ancora lontane

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Coronavirus (Getty Images)

Nonostante gli sforzi dei ricercatori che stanno lottando contro il tempo per riuscire a mettere a punto un vaccino, attualmente l’unica arma a disposizione sono vecchi farmaci, sviluppati per combattere virus aggressivi. Il commento dell'esperto Massimo Galli

Mentre si aggrava ogni giorno il bilancio dell'epidemia del nuovo coronavirus, che ha fatto la propria comparsa nella città cinese di Wuhan, nell’Hubei, lo scorso 24 dicembre, la comunità scientifica sta lottando contro il tempo per riuscire a mettere a punto un vaccino e arginare la diffusione del virus.
Nonostante il forte impegno degli scienziati e dei ricercatori internazionali, che stanno accelerando i loro sforzi per trovare un metodo di immunizzazione efficace, una vera e propria cura è ancora lontana.
Al momento l’unica arma a disposizione sono vecchi farmaci, sviluppati per combattere virus particolarmente aggressivi come l’Hiv responsabile dell’Aids.

Il commento dell’esperto Massimo Galli

"In una situazione così critica si lavora con quello che si ha", ha spiegato l'esperto di malattie infettive Massimo Galli, dell'Università di Milano e primario dell'ospedale Sacco.
"Attualmente non esistono farmaci specifici contro il nuovo coronavirus e si sta verificando la possibilità di utilizzare vecchi farmaci nati per combattere altri virus".
È questo il caso della combinazione dei medicinali Abidol e Darunavir, annunciata da Li Lanjuan, della Commissione cinese per la Sanità e la Medicina, che si è dimostrata efficace contro il virus negli esperimenti con cellule in vitro condotti da Lanjuan e dal suo team.
L’Abidol è un medicinale comunemente utilizzato per combattere alcuni dei più comuni virus dell'influenza stagionale, quelli di tipo A e B. Nello specifico questo farmaco agisce impedendo al virus di trapassare la membrana delle unità cellulari, ostacolando così la sua replicazione al loro interno.
L’altro farmaco è il Darunavir, utilizzato contro il virus Hiv responsabile dell'Aids.
Questa combinazione di medicinali può essere somministrata all’uomo in quanto entrambi i farmaci in questione hanno superato i test sulla tossicità.
"C'è da dire però che la proteasi del virus Hiv è molto lontana da quella del conovirus”, ha spiegato Galli, aggiungendo che la capacità d'azione di questi farmaci "è modesta, ma può capitare il fenomeno favorevole per cui qualcosa funzioni. Ci si prova".
Come ha spiegato l’esperto, in passato sono stati effettuati test su combinazioni di vecchi farmaci contro il coronavirus della Mers, "ma si tratta di lavori che non sono andati oltre le prove in vitro e su animali. Si è provata, per esempio, la combinazione di vecchi farmaci anti-Hiv, come lopinavir e ritonavir, entrambi inibitori della proteasi utilizzati contro il virus Hiv, in associazione con l'interferone B".

Altri farmaci in fase di test

Un altro farmaco di cui si sta testando l’efficacia contro il nuovo coronavirus è la clorochina, comunemente utilizzata contro la malaria.
In Cina, inoltre, sta per prendere il via una sperimentazione di fase 3, per testare su un campione di persone l’antivirale remdesivir, precedentemente “messo alla prova” su cellule in vitro e sui topi contro i virus Ebola e Nipha.
I ricercatori di tutto il mondo al lavoro per produrre un vaccino per il coronavirus o per sperimentare vecchi farmaci potenzialmente efficaci contro il nuovo virus hanno tempo fino al 14 febbraio per presentare i propri progetti, nell’ambito della gara organizzata dalla Cepi (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) in collaborazione con l’Oms.  

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