L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia un nuovo appello a paesi e industria farmaceutica: mancano soluzioni efficaci contro i batteri resistenti ai trattamenti, anche a causa dei pochi investimenti. In Italia presentati i super-antibiotici
La resistenza dei superbatteri agli antibiotici era già stata inserita dall’Oms alle minacce per la salute globale del 2019, ma il problema continua a rappresentare un’emergenza per via dell’assenza di soluzioni efficaci su questo fronte. Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, affermando che “mai la minaccia dell’antibiotico resistenza è stata più immediata e il bisogno di soluzioni più urgente”. Gli sforzi compiuti per arginare il fenomeno sono infatti minati in molti casi dal calo degli investimenti del settore privato e della mancanza di innovazione nello sviluppo di nuovi antibiotici.
Pochi antibiotici efficaci contro i superbatteri
Il comunicato dell’Oms giunge alla luce di due nuovi report che sottolineano l’inadeguatezza delle attuali soluzioni disponibili, o in fase di realizzazione, per contrastare l’antibiotico-resistenza. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione, i 60 prodotti farmaceutici in via di sviluppo sortirebbero benefici di poco maggiori rispetto a quelli dei trattamenti attuali; inoltre pochi di questi sarebbero mirati contro il batterio gram negativo, una delle minacce principali tra i batteri resistenti. I report svelano inoltre che i principali sforzi per realizzare nuovi antibiotici arrivano da imprese medio-piccole, con le maggiori compagnie farmaceutiche che invece paiono disinteressarsi. Secondo Ghebreyesus, oltre alle iniziative in corso è fondamentale che “i paesi e l’industria farmaceutica si facciano avanti con finanziamenti sostenibili e nuove medicine innovative”.
I superbatteri principali
Già nel 2017 l’Oms aveva diffuso la lista di 12 classi di batteri particolarmente resistenti ai trattamenti disponibili. Soltanto 32 antibiotici, tra quelli attualmente in fase di sviluppo, sarebbero mirati contro questi agenti patogeni, peraltro senza risultati significativamente migliori rispetto ai medicinali esistenti. Sono poche, inoltre, anche le soluzioni in via di preparazione contro il batterio New Delhi, mentre sembrano più promettenti le cure contro la tubercolosi.
Super-antibiotici come possibile soluzione
Quasi in contemporanea all’appello dell’Oms, tuttavia, arriva la notizia di una possibile svolta sul fronte dell’antibiotico resistenza da un convegno organizzato a Genova dalla Fondazione internazionale Menarini. Secondo i dati emersi da alcuni studi clinici internazionali di fase tre, i nuovi super-antibiotici sperimentati riuscirebbero a ridurre la mortalità dal 50-55% al 10-15% per i soggetti colpiti da infezioni causate dai superbatteri resistenti ai trattamenti. Secondo il presidente della Società Italiana Terapia Antinfettiva (Sita), i 700.000 morti all'anno provocati da questi agenti patogeni potrebbero ridursi di un terzo "utilizzando al meglio e più precocemente gli antibiotici più innovativi, alcuni già esistenti e altri in fase di approvazione", un passo avanti che porterebbe a salvare 3000 vite all'anno in Italia e 10.000 in Europa. Oltre allo sviluppo dei farmaci, una delle principali sfide riguarda l'accesso dei pazienti a queste soluzioni, che spesso "trovano un ostacolo all'utilizzo nella pratica clinica, per una serie di ragioni, anche economiche", come affermato da Marin Kollef, professore di medicina presso la Washington University School of Medicine.