Il cervello durante la fase di sonno profondo si depura dalle tossine

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Immagine di archivio (Getty Images)

Questa scoperta, effettuata dai ricercatori della Boston University, potrebbe avere delle importanti ripercussioni sulla lotta alle malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, caratterizzate proprio dall’accumulo di sostanze tossiche nell’encefalo 

Il sonno profondo non solo aiuta a sentirsi riposati, ma ha anche un effetto positivo sul cervello: è quanto emerge da un nuovo studio, coordinato da Nina Fultz della Boston University. Durante il riposo, infatti, l’encefalo mette in moto un processo di depurazione e pulizia dalle tossine accumulate al suo interno, facendo scorrere il fluido cerebrospinale dentro e fuori dal sistema nervoso. Questa scoperta potrebbe avere delle importanti ripercussioni sulla lotta alle malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer, caratterizzate proprio dall’accumulo di sostanze tossiche nel cervello. Il liquido cerebrospinale (noto anche come liquor o liquido cefalorachidiano) è un fluido incolore e trasparente che permea il sistema nervoso centrale e protegge il cervello e il midollo spinale da eventuali urti.

L’importanza della fase di sonno profondo

I risultati dello studio, pubblicati sulle pagine della rivista Science, indicano che durante il sonno profondo il cervello non solo consolida i ricordi, ma si depura anche dalle tossine accumulate durante il giorno. Questa fase, nella quale l’encefalo è invaso dalle cosiddette ‘onde lente’ o ‘delta’, è essenziale per l’effetto riposante del sonno sull’organismo. Inoltre, numerosi studi hanno dimostrato la sua azione positiva sulla memoria e l’apprendimento.

I movimenti del fluido cerebro-spinale

Nel corso dello studio, i ricercatori guidati da Nina Fultz hanno utilizzato delle tecniche di neuroimaging per misurare l’attività neurale di 11 persone intente a dormire, riuscendo così a individuare l’esistenza di uno schema preciso tra i movimenti del fluido cerebro-spinale e la circolazione sanguigna cerebrale durante la fase del sonno profondo. In particolare hanno stabilito che le onde lente sono seguite da fluttuazioni nel volume e flusso di sangue nel cervello, grazie alle quali si crea spazio per i movimenti del liquor, affinché possa fluire dentro e fuori la cavità cerebrale. Il team di ricerca è così riuscito a dimostrare che le onde lente, oltre a svolgere un ruolo cruciale nella consolidazione dei ricordi, contribuiscono anche alla dinamica dei fluidi nel cervello

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