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Tumore al seno in gravidanza, la storia di speranza di Valentina: "Si può guarire"

Salute e Benessere

Mamma di due bimbi, la 47enne di Genova ha raccontato la sua vicenda a lieto fine, piena di coraggio, di fronte al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. Sottolineando l’importanza della ricerca 

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Mamma e avvocato 47enne di Genova, Valentina ha scoperto dieci anni fa di avere un tumore al seno, in una forma particolarmente aggressiva chiamata triplo negativo in quanto non rispondente ai tre principali protocolli terapeutici disponibili. E lo ha saputo mentre era incinta del suo secondo figlio. Ma la sua storia, anche grazie alle capacità dei ricercatori, ha avuto un lieto fine che oggi, in un discorso pieno di speranza, Valentina ha avuto il coraggio di raccontare di fronte presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell'apertura al Quirinale dell’evento 'I giorni della ricerca', promossi da Airc, la Fondazione per la Ricerca sul Cancro. "Oggi dal tumore al seno si guarisce, anche in gravidanza", ha detto la donna.

La scoperta del tumore

La storia legata alla scoperta del tumore, come detto, inizia una decina di anni fa. Valentina, già mamma del piccolo Matteo, in un giorno di agosto sente per caso di avere un nodulo nel seno sinistro. L’esito di un'ecografia lo considera però non sospetto ma dopo alcuni mesi, con la gravidanza che prosegue serenamente, l’avvocato genovese scopre che quel nodulo si era ingrossato: "E' quasi Natale e durante una visita di controllo ne parlo con la mia ginecologa. Con uno sguardo molto serio, mi dice di effettuare con la massima urgenza ulteriori controlli. I risultati confermano i timori: non solo è stato accertato che si tratta di un tumore, ma anche di una forma particolarmente aggressiva", racconta.

Il pensiero fisso

l pensieri si annebbiano, il momento in cui arrivano i risultati della biopsia, una vera e propria mazzata. “In quel momento tutti i pensieri di fiducia sono stati scalzati da paura, preoccupazione e angoscia: il primo pensiero è stato che la situazione fosse compromessa e che i mesi persi per la diagnosi sbagliata avessero pregiudicato la mia possibilità di guarigione e che il fatto di essere incinta escludesse a priori la possibilità di curarmi”, prosegue nel racconto. Con un pensiero fisso però sempre in testa. “Pensavo con grande dolore e paura al mio Matteo e alla mia bambina: sarebbe stata una femmina e avevamo già deciso che si sarebbe chiamata Anna, in onore di Sant'Anna la protettrice delle mamme e delle partorienti”.

Il momento della svolta

La svolta, per Valentina, arriva con l’incontro con la dottoressa Lucia Del Mastro, oncologa e ricercatrice Airc dell'Ospedale San Martino di Genova, che proprio grazie al sostegno della Fondazione aveva studiato nuove terapie per preservare la fertilità nelle giovani donne colpite da tumore al seno. Grazie al suo lavoro di studio e ricerca, tante giovani pazienti sono guarite dal tumore al seno e hanno avuto la possibilità di diventare madri nonostante e dopo il cancro. La specialista spiega a Valentina che oltre ad essere operata avrebbe potuto iniziare immediatamente la chemioterapia in gravidanza senza pericoli per la bambina. “Mi sono sentita rinascere, perché ho capito che avrei potuto curarmi, che la guarigione era possibile e che non avrebbe compromesso la salute di Anna", spiega.

La nascita di Anna

Quindi, a marzo del 2010, la gioia più attesa: nasce Anna, alla 34esima settimana di gravidanza: la bimba stava bene, era piena di capelli e dopo solo 10 giorni viene dimessa dall'ospedale. La mamma porta a termine il proprio ciclo di cure, tra chemio e radioterapia. "Sono passati quasi dieci anni dalla diagnosi, io sto bene, sono guarita. Se penso alla mia storia mi rendo conto di quanto sono stata fortunata: oggi dal tumore al seno si guarisce, anche in gravidanza”, sottolinea Valentina. Lasciando, a chi la ascolta, un messaggio di profonda speranza e voglia di vivere. “Spero che tutti i malati di tumore affrontino il loro percorso con la consapevolezza che la ricerca produce cure sempre più efficaci. Quello che sembra impossibile oggi, può diventare realtà domani. E tutto questo è possibile solo se continuiamo, tutti insieme, a sostenere con fiducia il lavoro dei ricercatori".