Allattamento al seno, le dieci cose da sapere secondo l’Unicef

Salute e Benessere

"Adottare politiche a favore della famiglia e del sostegno all'allattamento materno". Questo l’appello che arriva da OMS e Unicef, che ha stilato un decalogo per informare le mamme 

L'aumento dell'allattamento materno a livelli quasi universali potrebbe salvare più di 800.000 vite ogni anno, la maggior parte dei quali per bambini sotto i 6 mesi ed evitare inoltre 20.000 decessi materni ogni anno a causa del cancro al seno. E’ questo il dato che hanno sottolineato l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef proprio nei giorni (fino al 7 agosto) in cui si celebra la Settimana Mondiale dell’allattamento al seno. Tema di quest'anno, rivolto ai governi di tutto il globo, è "Empower Parents, Enable Breastfeeding", (rafforza i genitori, permetti l'allattamento al seno) per incentivare politiche a favore della famiglia che includono, secondo le due organizzazioni, "la concessione di un congedo di maternità retribuito per un minimo di 18 settimane e un congedo di paternità retribuito per incoraggiare la responsabilità condivisa di prendersi cura dei propri figli".

Un decalogo per saperne di più

Proprio Unicef Italia, ha voluto stilare un decalogo destinato alle mamme per segnalare le dieci cose più importanti da sapere parlando di allattamento al seno. Come si legge sul portale dell’organizzazione , questa pratica favorisce lo sviluppo cerebrale dei neonati, protegge i bambini dalle infezioni, riduce il rischio di obesità e altre malattie, abbattendo i costi sociali e sanitari. Inoltre protegge le mamme che allattano dal cancro alle ovaie e dai tumori al seno. “I vantaggi sanitari, sociali ed economici dell'allattamento al seno per la mamma e per il bambino sono ampiamente confermati e accettati nel mondo. Eppure, a livello globale quasi il 60% dei neonati non sono allattati in modo esclusivo fino al sesto mese di vita, come si dovrebbe”, ha affermato il Direttore esecutivo di Unicef, Henrietta Fore. Primo dato da sapere: soltanto il 41% dei neonati vengono allattati nel mondo, situazione che riguarda i bambini nati nel 2018 che sono stati nutriti esclusivamente con latte materno per i primi 6 mesi di vita. Nei paesi in via di sviluppo più poveri la percentuale sale al 50,8%, con tassi di allattamento più elevati registrati in Ruanda (86,9%), Burundi (82,3%), Sri Lanka (82%), Isole Salomone (76,2%) e nell'arcipelago di Vanuatu (72,6%).

Incentivare l’allattamento per le mamme lavoratrici

Il secondo punto sottolineato da Unicef è che se cresce il benessere, cala l'allattamento dal momento che negli Stati a reddito medio-alto, il tasso di allattamento esclusivo è crollato nel 2018 al 23,9%, in ulteriore calo rispetto al 28,7% del 2012. Per incentivare l’allattamento (terzo punto del decalogo) occorre sapere che per una mamma allattare al lavoro, con intervalli regolari nel corso della giornata lavorativa per allattare o per estrarre il latte, in un ambiente professionale favorevole e con strutture adeguate, è una pratica molto utile e favorevole. Per questo motivo le mamme lavoratrici vanno aiutate di più , dal momento che secondo i dati, solo il 40% delle lavoratrici madri di neonati godono dei benefit minimi per la maternità. Lacuna molto evidente negli Stati dell'Africa, dove in media solo il 15% delle donne che lavorano usufruiscono di permessi per continuare ad allattare. Quinto punto con focus proprio sui permessi per allattare, che attualmente è un diritto ancora per poche donne. Una convenzione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro include tra i suoi standard "almeno 14 settimane di permessi per maternità retribuiti", raccomandando agli Stati membri di estendere questo periodo a 18 settimane, unitamente a un sostegno all'allattamento nei luoghi di lavoro. Attualmente però soltanto il 12% degli Stati nel mondo soddisfa questi requisiti.

L’importanza dell’allattamento esclusivo

Avere un periodo di maternità più lunga, può favorire l'allattamento. Infatti, secondo uno studio, proprio Unicef ha rilevato come la possibilità per la donna di usufruire di 6 o più mesi di permesso per maternità aumenti del 30% la probabilità che il bambino sia allattato al seno per tutto l'arco dei primi 6 mesi di vita. Settimo punto: estendere a ogni bambino l'allattamento al seno esclusivo nei primi 6 mesi di vita eviterebbe ogni anno circa 823.000 decessi infantili (nella fascia di età tra 0 e 5 anni) e circa 20.000 decessi per tumore al seno nelle mamme. Per migliorare questa condizione bisogna agire sin da subito perché nel 2018 solo il 43% dei neonati, nel mondo, sono stati nutriti al seno entro la prima ora dalla nascita. E proprio in quel momento, sostiene Unicef, che grazie al contatto immediato pelle a pelle e un inizio tempestivo dell'allattamento si previene l'ipotermia del neonato, si rafforza il suo sistema immunitario e si favorisce il legame madre-figlio.

I costi legati all’allattamento

Investire nell'allattamento conviene. Questo se si calcola che raggiungere il tasso ottimale di diffusione dell'allattamento esclusivo nei primi 6 mesi di vita dei neonati, a livello globale, comporterebbe un risparmio di circa 300 miliardi di dollari. Infine, per quanto riguarda il nostro Paese, in Italia Unicef è attivo grazie al programma "Insieme per l’Allattamento" per diffondere la cultura dell’allattamento materno e garantire a tutti i bambini una nutrizione adeguata e il miglior inizio di vita possibile. I dati raccolti nel 2018, dicono che oltre 31.500 bambini, pari al 7% di tutte le nascite avvenute nel nostro paese, sono venuti alla luce in ospedali riconosciuti come ‘Amici dei bambini’, beneficiando così di importanti standard di assistenza in materia di parto e allattamento.

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