Istat, in Italia sono 25 milioni le persone in sovrappeso o obese
Salute e BenessereLa condizione è maggiormente comune nel Sud della Penisola, dove interessa un bambino o un adolescente su tre, e riguarda più gli uomini delle donne
In Italia sono oltre 25 milioni le persone obese o in sovrappeso. La condizione è maggiormente comune nel Sud della Penisola, dove interessa un bambino o un adolescente su tre, e riguarda più gli uomini delle donne. È questo il quadro che emerge dalla prima edizione dell’Italian Obesity Barometer Report, condotta in collaborazione con l’Istat e presentata in occasione del primo Summit italiano sull’Obesità. Come già emerso nel corso di altre indagini, le persone in sovrappeso o obese corrono un rischio maggiore di andare incontro a gravi patologie, come i tumori e il diabete, rispetto a chi ha un peso nella norma.
I dati dell’Italian Obesity Barometer Report
L’Italian Obesity Barometer Report conferma le stime epidemiologiche e le arricchisce con dei numeri precisi e attuali. Dai risultati dell’indagine emerge che in Italia il 46% degli adulti e il 24% dei giovani con meno di 18 anni è in sovrappeso o soffre di obesità. Nel Sud del Paese la condizione riguarda il 26% degli adolescenti e il 32% dei bambini. Il tasso di obesità delle donne (9,4%) è inferiore a quello degli uomini (11,8%).
Pochi italiani ricorrono alla chirurgia bariatrica
I risultati dell’ Italian Obesity Barometer Report confermano in parte quanto emerso durante la quarta edizione del ‘Live Surgery Workshop in Chirurgia Bariatrica e Laparoscopica’. Tra le 25 milioni di persone in sovrappeso o obese presenti in Italia, solo 15.000 pazienti ogni anno ricorrono alla chirurgia bariatrica (un numero simile a quello registrato nella meno popolosa Olanda). Nel resto d’Europa questo intervento rappresenta un’opzione molto più gettonata. In Francia, per esempio, vengono eseguiti ogni anno 60.000 operazioni di chirurgia bariatrica all’anno. In generale, nel Vecchio Continente il peso in eccesso è legato all’80% dei casi di diabete di tipo 2, il 55% degli eventi di ipertensione arteriosa e il 35% degli episodi di cardiopatie ischemiche.