I ricercatori hanno analizzato gli effetti derivanti da un ampio consumo di sodio, scoprendo nei topi un’alta attivazione dei sistemi immunitari e l’aumento dei globuli bianchi
Troppo sale, oltre a provocare l’ipertensione e l’insorgenza di patologie cardiovascolari, corroderebbe le ossa dal loro interno, riempiendole di buchi.
È emerso dai primi risultati di uno studio australiano condotto da un team di ricercatori del Baker Heart and Diabetes Institute di Sydney. Future conferme implementeranno le conoscenze in ambito, comprovando i meccanismi per i quali l’alto consumo di sale sarebbe correlato a un aumento del rischio di attacchi di cuore.
Studio sui topi nutriti con alimenti ricchi di sodio
Per compiere lo studio, i ricercatori hanno nutrito per 12 settimane topi da laboratorio con alimenti ad alto contenuto di sale. Gli animali hanno assunto una quantità di sodio equivalente per gli uomini a circa 12 grammi.
Così facendo sono riusciti a analizzare nel dettaglio gli effetti derivanti da un ampio consumo di sodio, scoprendo nei topi un’alta attivazione dei sistemi immunitari e un sostanziale aumento dei globuli bianchi, prodotti da cellule staminali 'ribelli’, presenti nella milza. Incuriositi dai risultati emersi hanno continuato le ricerche, notando nel corso del tempo che “i dati e le evidenze si sono moltiplicati”, spiega Murphy. Indagando eventuali ripercussioni sulle ossa, dove vi è una maggiore presenza di unità cellulari staminali, hanno scoperto al loro interno la presenza di buchi.
"Le ossa non sono solide. Sono costituite da un'impalcatura di cellule ossee, con unità cellulari staminali che hanno il compito di produrre nuove cellule per il sangue. Quando quelle immunitarie cominciano a corrodere l'osso, le staminali si diffondono liberamente", spiega l’esperto.
Il conseguente aumento della produzione e del numero di globuli bianchi nei vasi sanguigni comporta l’incremento della pressione del sangue.
Rientra in un’iniziativa della comunità scientifica
Il meccanismo svelato dagli esperti, se confermato, potrebbe fare luce sull’associazione tra l’alto consumo di sale e gli attacchi di cuore.
Lo studio rientra in un’ampia iniziativa della comunità scientifica atta a rivalutare ‘le patologie cardiovascolari’, ovvero tutti quei disturbi cardiaci derivanti da livelli di colesterolo superiori alla norma e da un’alta pressione sanguigna.
I risultati preliminari della ricerca sono stati rivelati dagli esperti in occasione di alcune conferenze nazionali e internazionali.