Sarcomi, dalle ‘terapie bersaglio’ risultati promettenti
Salute e BenessereLa ricerca ha dalla sua parte un prezioso strumento in grado di svelare i misteri che attanagliano queste rare neoplasie: il sequenziamento del genoma. Lo spiega Katia Scotlandi, esperta in ambito
Grandi passi in avanti nella ricerca contro i tumori delle ossa. Se finora le terapie bersaglio hanno avuto poco spazio nella cura dei sarcomi, la situazione sta finalmente cambiando. Le ultime ricerche scientifiche hanno infatti permesso lo sviluppo di farmaci e alterazioni molecolari che stanno avendo un riscontro positivo sulle cellule coltivate in laboratorio.
Lo spiega Katia Scotlandi, responsabile del CRS Sviluppo Terapie Biomolecolari dell’Istituto Ortopedico Rizzoli (IOR) di Bologna, ricordando che le terapie bersaglio sono dei trattamenti medici mirati a bloccare alcune specifiche molecole responsabili della replicazione delle cellule tumorali che le ospitano.
Terapie bersaglio nella cura dei tumori
La Target Therapy, avendo un’azione diretta, comporta minori effetti tossici per l’organismo umano e viene abitualmente attuata con successo nella cura di diverse tipologie di cancro, come quello alla mammella.
Nel caso specifico dei sarcomi, le terapie bersaglio hanno registrato risultati positivi solamente nella cura delle neoplasie rare gastrointestinali, “trasformandole da una malattia incurabile a una che ha oggi diverse possibilità terapeutiche”, spiega Scotlandi.
“Quello che poteva sembrare un apripista” per il successo delle Target Therapy nel trattamento di altre tipologie di sarcoma si è rivelato, invece, un’eccezione.
Il sequenziamento del genoma, un’arma contro i sarcomi
Secondo il parere dell’esperta, l’estrema rarità della malattia ha ostacolato fino ad ora l’identificazione delle molecole ‘bersaglio’ associate allo sviluppo delle diverse tipologie di sarcomi. In alcuni casi, inoltre, i farmaci inibitori impiegati non hanno ottenuto il risultato sperato. Questi fattori hanno “rallentato l’applicazione delle terapie molecolari nel campo”, spiega Scotlandi.
Ora, però, la scienza ha dalla sua parte un nuovo prezioso strumento in grado di svelare i misteri che attanagliano queste rare neoplasie, il sequenziamento del genoma. “L’applicazione permetterà di andare a definire per ogni entità tumorale le alterazioni dominanti e, da lì, i farmaci per le singole patologie”, afferma Scotlandi.