Le parole sincere possono aiutare le pazienti con tumore ovarico
Salute e BenessereLo hanno dimostrato i risultati della campagna digitale #leparolechevorrei, presentati durante un convegno presso la Sala Zuccari del Senato
Partecipando alla campagna digitale #leparolechevorrei, lanciata da Acto, le pazienti con tumore ovarico hanno scelto le parole che vorrebbero sentirsi rivolgere. “Se usate nel modo giusto, anche le parole sono di supporto nella terapia”, spiega Elisabetta Razzaboni, psicologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Modena. “Curano, a livello biologico e non solo psicologico, quindi vanno usate con competenza". Le parole che fanno bene alla salute sono sincere, concrete e affettuose.
I risultati della campagna #leparolechevorrei sono stati presentati durante un convegno presso la Sala Zuccari del Senato. Nicoletta Colombo, direttrice del Programma Ginecologia Oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), ha spiegato che le donne con tumore ovarico “hanno oggi a disposizione numerose opzioni terapeutiche che consentono di vivere molto più a lungo rispetto al passato". Per le pazienti è incoraggiante sapere che la ricerca scientifica è attiva nel settore e che sono allo studio nuovi farmaci.
La campagna #leparolechevorrei
La campagna digitale #leparolechevorrei è stata lanciata per promuovere la conoscenza delle parole ‘giuste’ da rivolgere alle pazienti con tumore alle ovaie. L’iniziativa è stata supportata dalla compagnia farmaceutica Clovis Oncology. I due video pubblicati su Facebook hanno raggiunto oltre 1.500.000 persone e hanno generato 50.000 interazioni. Nicoletta Cerana, presidente Acto (Alleanza contro il Tumore Ovarico) spiega che dall’analisi dei risultati ottenuti è emerso che le pazienti preferiscono “tralasciare parole che evocano scenari di lotta e di guerra, perché collegate alla severità della malattia".
Le parole da rivolgere alle pazienti
Le pazienti apprezzano sentirsi rivolgere delle parole sincere e benevole o che propongono un aiuto concreto. Frasi come “sei bellissima con questo vestito” o “come posso fare per sostenerti” possono talvolta fare la differenza. "La sfera emotiva di chi è colpita dalla malattia è un elemento importante nel percorso terapeutico è necessario che di questo se ne tenga adeguato conto anche nelle scelte di politica sanitaria", sottolinea Maria Rizzotti (FI), medico e membro della Commissione Sanità del Senato.