Le verdure si mangiano di più se il nome è "sexy"

Salute e Benessere
Non solo gusto, a tavola si corteggiano anche occhi e orecchie (Foto: GettyImages)
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Ricercatori americani suggeriscono che i piatti "veg" dai nomi seducenti vengono consumati di più. Non è il primo studio a dimostrare che la dieta è anche una questione di cervello

A tavola, si sa, il palato non è tutto. Non solo l'occhio vuole la sua parte, ma a quanto pare anche l'orecchio. Oltre alle raccomandazioni di chef stellati sulla cura dell'impiattamento e della scelta dei nomi dei piatti, anche la scienza arriva a conclusioni simili. Uno studio americano suggerisce che se i piatti a base di verdure hanno nomi "seducenti" gli adulti tendono a mangiarne di più, a parità di pietanza servita.

Verdure a tavola, il "trucco" è nel nome

L'escamotage per aumentare il consumo di verdure a tavola è indicato da uno studio dell'Università di Stanford pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine. L'esperimento si è svolto in una delle caffetterie dell'ateneo californiano, con circa 600 clienti al giorno, durante la stagione autunnale. Ogni giorno lo stesso piatto a base di verdure veniva proposto con quattro nomi diversi. I ricercatori hanno etichettato lo stesso piatto con una denominazione "basic" (tipo contorno di fagiolini), con un nome "salutare restrittivo" (fagiolini e scalogno leggeri e a basso contenuto di calorie), "salutare positivo" (fagiolini e scalogno rinvigorenti) e infine con una denominazione "accattivante" (fagiolini teneri e fragranti con scalogno croccante). Al termine dell'esperimento si è visto che il nome seducente portava a un consumo di verdure maggiore del 25% rispetto a quello "basic", maggiore del 41% rispetto a quello "salutare restrittivo" e del 35% rispetto al "salutare positivo". La tendenza, spiega lo studio, si è ripetuta per tutte le verdure scelte, dalle "rape dinamite" alle "carote glassate al lime".

Etichetta sexy batte quella salutista

Anche le denominazioni "salutiste" non fanno bene all'appetito: qualche anno fa lo stesso team ha dimostrato che etichettare un milkshake come "a basso contenuto calorico" e in altri modi restrittivi ha portato i partecipanti all'esperimento ad avere un livello più alto dell'ormone della fame rispetto a coloro che avevano bevuto lo stesso frullato ma con un'etichetta più morbida.

Lotta all'obesità

Nel mondo l'obesità è un problema serio di salute pubblica: stime recenti calcolano che oltre 2 miliardi di persone soffrono di problemi di salute perché obese o in sovrappeso. Adulti e bambini. Ogni anno sono 4 milioni i morti per malattie correlate. Un problema che interessa particolarmente gli Stati Uniti, che hanno la percentuale di obesità infantile più alta. Ecco perché trovare un modo per invogliare le persone a mangiare in modo più salutare non è solo un esercizio di psicologia. Gli studi, spiega Bradley Turnwald, autore della ricerca di Stanford, "mostrano che quando le persone fanno una scelta sul cibo sono motivate soprattutto dal gusto e tendono a giudicare le opzioni più salutari come meno gustose".

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