La premier ha risposto all’appello di Renata Capotorti, madre della giornalista scomparsa a Beirut il 2 settembre 1980 assieme al collega Italo Toni
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha risposto con una lettera all'appello di Renata Capotorti, madre di Graziella De Palo, giornalista scomparsa a Beirut il 2 settembre 1980 assieme al collega Italo Toni, assicurando il suo impegno nella ricerca della verità su quanto accaduto oltre 40 anni fa. A riportare la notizia e la lettera è il Corriere della Sera.
La lettera di Giorgia Meloni
“Cara Renata,
le scrivo da madre a madre ma anche nella mia responsabilità di Presidente del Consiglio, per assicurarle che farò quanto possibile per consentirle di avere quella verità a cui lei giustamente aspira da oltre 40 anni. Sua figlia Graziella avrebbe potuto essere mia figlia, appassionata del suo lavoro si recò in Libano, allora giovanissima, alla ricerca di notizie utili all’inchiesta che stava realizzando, insieme al collega Italo Toni, pochi giorni dopo la strage di Bologna.
Era il periodo più buio della nostra Repubblica, al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta, erano seguiti attentati, omicidi e stragi. L’Italia era al centro delle tensioni internazionali e nel contempo colpita più di altri Paesi dai gruppi terroristici. Io in quegli anni ero troppo piccola per capire, ma il mio impegno politico è anche frutto della emozione che quegli episodi e poi la successiva morte dei giudici eroi Borsellino e Falcone suscitarono in me. Ora sento il dovere di madre nei confronti delle madri che hanno perduto i loro figli in quegli anni di violenza e terrore, e certamente nei confronti suoi.
Mi risulta che la sua famiglia abbia preso visione in momenti differenti, dal 2010 in poi, di larga parte degli atti — prima secretati — relativi alla scomparsa di Gabriella e di Italo. A seguito dell’ottimo lavoro svolto in questa direzione nella passata legislatura dal Copasir con una propria indagine conoscitiva, ho dato disposizione al sottosegretario Alfredo Mantovano, che ha la delega ai Servizi, di far completare la desecretazione dei documenti restanti, pur se non direttamente collegati alla scomparsa medesima: essi costituiscono la cornice in cui la vicenda si inserisce, con particolare riferimento ai rapporti intrattenuti all’epoca fra Italia e OLP.
Si tratta comunque di atti già a disposizione dell’autorità giudiziaria, che dal 2019 ha ripreso le indagini sul caso. Sono trascorsi 42 anni: un tempo sufficiente per guardare al passato con più equilibrio e serenità, provando a costruire una coesione istituzionale su temi complessi ma ineludibili. Quell’estate del 1980 la Sua Graziella aveva solo 24 anni. Una giovane giornalista con la passione per la verità. Per Lei e per i Suoi familiari, per la nostra stessa comunità, dovremmo coltivare quella stessa passione”.