Telefono non consegnato a prof, il papà: “Aggrediti da preside”. Dirigente: “Io vittima”

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La procura, intanto, ha ricevuto un’informativa da parte della polizia e proseguono gli accertamenti sul caso della mancata consegna del cellulare prima delle lezioni al liceo Majorana, dove è intervenuta la polizia a calmare gli animi

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Sulla vicenda della mancata consegna del cellulare da parte di una quindicenne prima delle lezioni avvenuta lunedì prima delle lezioni liceo scientifico Ettore Majorana di Latina ci sono le versioni a confronto del padre della ragazza e del preside. La procura, intanto, ha ricevuto un’informativa da parte della polizia e gli accertamenti sul caso proseguono. Lo riporta il Corriere della Sera.

La vicenda

La ragazza si sarebbe rifiutata più volte di dare il telefono e da lì – stando alle testimonianze dei presenti -sarebbero partite una serie di note che hanno portato la ragazza a informare i genitori durante una telefonata. Sul posto sono arrivati subito il fratello con un amico, chiedendo ripetutamente di incontrare il preside e sarebbero volate parole grosse e minacce fino all’arrivo del padre della ragazza e della polizia.

La versione del padre

Nelle chat e a scuola a innescare la discussione sono state le parole del papà della quindicenne, che punta sulle mancate rassicurazioni della scuola in merito alla custodia del cellulare. “Tale diniego - spiega il genitore in una lettera riportata dal quotidiano - è stato causato dall’irresponsabilità da parte del corpo docenti e dell’istituto in caso di furto o smarrimento, nonostante il dispositivo fosse nelle loro disponibilità. Nonostante mia figlia si sia offerta di tenere il telefono spento e riposto nello zaino, anziché consegnarlo, dopo aver preso due annotazioni e essere mandata dalla vicepreside, è stata minacciata di venire sospesa nel caso in cui non si fosse “piegata al sistema””.

“Il preside ha strattonato mio figlio”

Il Corriere della Sera prosegue riportando il contenuto della lettera: “Dopo qualche minuto ho ricevuto una chiamata allarmante da mia figlia, nella quale mi diceva di essere stata intimidita per oltre 20 minuti, alla presenza di molteplici professori. Dopodiché mio figlio e il suo socio si sono recati a parlare con il preside per chiarire l’avvenimento e quest’ultimo, in preda alla collera, dopo aver minacciato di mettere le mani addosso al socio di mio figlio, lo ha strattonato e solamente in quel momento alcuni docenti sono intervenuti. Quando sono arrivato il preside non voleva ricevermi, dopo oltre un’ora sono stato accompagnato dalla polizia nell’ufficio del preside per avere modo di confrontarmi. Mi preme sottolineare che sono d’accordo circa l’inutilizzo del telefono in classe, ma mia figlia si è rifiutata di consegnare il telefono in quanto nessun professore si è reso disponibile ad assumersi la responsabilità per un oggetto che teneva in custodia”.

La replica del dirigente scolastico

Domenico Aversano, riporta il quotidiano, ha ricordato il senso della circolare che invita “gli studenti a consegnare i cellulari al docente (da custodire sulla cattedra in vista) e a riprenderli, se necessario, per uso didattico». Scrive ancora il docente: “Circa l’affermazione sulla responsabilità in merito alla custodia del telefono, il genitore dovrebbe sapere che l’articolo 2051 del codice civile disciplina la responsabilità degli oggetti in custodia, attribuendo al custode la responsabilità del danneggiamento o dello smarrimento delle cose affidate (ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito). È chiaro che tale responsabilità non può però essere imputata al docente, ma all’istituzione scolastica nel nome e per conto della quale il docente agisce. Quindi, nel caso di furto o danneggiamento del cellulare, l’Istituto Majorana non sarebbe venuto meno alle sue responsabilità. Quanto attiene al virgolettato “piegarsi al sistema”, faccio presente che non sono parole della professoressa Santoro, bensì della persona entrata a scuola minacciando tutti, che ha insultato la professoressa con epiteti irripetibili e le ha dato della “serva del sistema””.

“Sono stato aggredito verbalmente e fisicamente”

Sull’aggressione, mentre il padre della ragazza configura il preside nel ruolo dell’aggressore, il dirigente scolastico ribadisce ancora: “Non ero a conoscenza di nulla in quanto ero impegnato con un’altra docente e con un genitore, sono stato chiamato dal personale di reception in quanto c’erano persone che si erano presentate a scuola urlando, minacciando di chiamare polizia e 118, e affermando che stavamo vessando la studentessa. Individui che hanno avuto un comportamento aggressivo: sono stato aggredito verbalmente e fisicamente, e mi riservo di tutelarmi nelle sedi opportune”. 

PICTURE POSED BY MODEL Undated photo of a man looking at a mobile phone. Clarification is needed on the law around "revenge porn" and when it could lead to a prosecution, a committee of peers has said.   (Photo by PA Images via Getty Images)

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