Latina: non consegna telefono a professore, parenti minacciano preside

Lazio

Il fatto è accaduto al liceo Majorana di Latina, dove il rifiuto di una studentessa di consegnare il cellulare ai professori ha scatenato il risentimento dei parenti

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Il rifiuto di consegnare il telefono ai professori, l'intervento dei parenti a difesa della studentessa e un faccia a faccia con il preside. Questo è quanto accaduto ieri al liceo Majorana di Latina, con l'intervento della polizia a calmare gli animi. Secondo quanto raccontato da chi era presente, una quindicenne si sarebbe infatti rifiutata più volte di consegnare il telefonino. Da qui sarebbero partite una serie di note che hanno portato la ragazza a informare i genitori durante una telefonata in lacrime. I primi ad arrivare nel liceo sono stati il fratello e un suo amico che hanno chiesto ripetutamente di poter incontrare il preside anche senza appuntamento. Sarebbero volate parole grosse e minacce, andate avanti fino all'arrivo del padre della ragazza e degli agenti di polizia.

L'antefatto

Venerdì scorso una circolare sull'uso consapevole del cellulare aveva creato qualche malumore tra gli studenti, con i ragazzi che avrebbero dovuto depositare in una apposita scatola il telefono al mattino per riprenderlo all'uscita. Un obbligo che sempre più si sta diffondendo nelle scuole di gran parte d'Italia, proprio per limitare l'uso dello smartphone tra i ragazzi e le ragazze.

"Famiglie sempre più assenti nelle scelte educative"

"Siamo consapevoli di essere, con alta probabilità, impopolari - scrive il preside Domenico Aversano - ma siamo anche convinti che la scuola debba recuperare l'aspetto della socializzazione e il rispetto dell'altro".  "Il fatto che i genitori abbiano 'diseducato' una figlia in questo modo significa che la famiglia ha perso la capacità di un intervento saggio sui figli", il commento del presidente dei presidi del Lazio, Mario Rusconi. "Evidentemente - aggiunge - la famiglia è sempre più assente nelle scelte educative. I ragazzi ne pagheranno conseguenze ben peggiori quando saranno grandi. Siamo arrivati al punto di dover chiamare polizia e carabinieri".  

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