Turiste belghe investite e uccise, resta in carcere l’automobilista

Lazio
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Convalidati il fermo e la misura cautelare per il 53enne accusato di aver ucciso, dopo averle travolte, le due ragazze. Il gip contesta all’uomo il duplice omicidio stradale aggravato dalla fuga e dalla guida sotto effetto di droga e con la patente sospesa

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Convalida del fermo ed emissione della misura cautelare in carcere per il 53enne accusato di avere ucciso, dopo averle investite con l'auto, le due turiste belghe Wibe Njls e Jess Dewildeman la sera dell'8 ottobre scorso a Roma. La tragedia è avvenuta sul tratto urbano della A/24.

La posizione del 53enne

Il gip Maria Gaspari, accogliendo la richiesta del pm Giovanni Musarò, contesta all'uomo il duplice omicidio stradale aggravato dalla fuga e dalla guida sotto effetto di droga e con la patente sospesa. Moretti si è dato alla fuga dopo avere travolto le due ventenni che si erano fermate per soccorrere alcune persone rimaste coinvolte in un incidente. Per il giudice a carico dell'indagato "sussistono gravi indizi di colpevolezza" ed "concreto il pericolo di reiterazione del reato in ragione della gravità del fatto e della personalità dell'indagato".

“Condizione di totale assenza di lucidità” al momento dell’impatto

Al momento del tragico impatto l’uomo era in "una condizione di totale assenza di lucidità". Il narcotest ha dato esito positivo alle benzodiazepine, ai cannabinoidi, alla cocaina, agli oppiacei e al metadone. Ricostruendo le fasi dell'incidente, il gip afferma che "la violenza dell'impatto, dal quale è scaturita la morte pressoché immediata delle ragazze lascia inoltre desumere inequivocabilmente che l'indagato procedesse ad una velocità che, sebbene ancora non accertata, di certo non era moderata e che lui stesso ha dichiarato essere di circa 80/90 km orari, quindi superiore al limite di 70 km orari previsto in quella strada. È pertanto assolutamente incredibile che l'indagato non si sia accorto di aver investito le due vittime, e la sua fuga immediata, appena disceso dalla sua autovettura, ne è la prova". Dall'atteggiamento dell'uomo dopo i fatti, l'essersi allontanato "arbitrariamente" dall'ospedale dove era stato accompagnato dalle forze dell'ordine che lo avevano sorpreso nella sua abitazione, emerge una "assoluta mancanza di resipiscenza e presa di consapevolezza delle gravissime conseguenze della sua condotta e rendono altresì concreto il pericolo di fuga", conclude il gip.

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