Al centro dell'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Carlo Villani e culminata con una serie di arresti nel settembre del 2021, un presunto giro di mazzette e utilità per ottenere l'affidamento delle gare. Quindici le persone coinvolte
La Procura di Roma ha notificato a 15 persone l'atto di chiusura delle indagini, iniziativa che di solito anticipa la richiesta di rinvio a giudizio, nell'ambito di un'inchiesta su presunti episodi di corruzione in appalti legati al Miur, il ministero dell'istruzione, università e ricerca, la cui sede è in via Trastevere a Roma.
Coinvolti l'imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco e l'ex capo dipartimento del Ministero dell'Istruzione, Giovanna Boda.
Rischio processo per 15 persone
Al centro dell'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Carlo Villani e culminata con una serie di arresti nel settembre del 2021, un presunto giro di mazzette e utilità per ottenere l'affidamento delle gare. Nell'inchiesta, al termine della quale in 15 rischiano il processo, risultano coinvolte anche quattro società. All'ex capo dipartimento del ministero per le risorse umane e a Bianchi di Castelbianco i magistrati di piazzale Clodio contestano i reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio. Il procedimento, affidato al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, ha fatto emergere un sistema illecito che andava avanti dal 2018. In base a quanto emerge due indagate, tra cui la segretaria dell'ex capo dipartimento, hanno chiesto di patteggiare.
Le accuse
Nel documento di 36 pagine il pm ricostruisce il sistema illecito: secondo l'impianto accusatorio Boda, incaricata della realizzazione delle procedure per selezionare progetti scolastici, ha ricevuto in modo indebito "la dazione e la promessa delle somme di denaro e delle utilità per sé e per terzi per un totale di complessivi 3.201.933 euro per l'esercizio delle sue funzioni e/o dei suoi poteri nonché per il compimento di una pluralità di atti contrari ai doveri di ufficio" da Bianchi Di Castelbianco "legale rappresentante dell'Istituto di Ortofonologia, socio amministratore di fatto della "Come. - Comunicazione & Editoria s.r./." (Com.e.) direttore scientifico e amministratore di fatto della "Edizioni Scientifiche MA.GI. S.r.1." (MA.GI.), amministratore di fatto della "Fondazione Mite - Minori informazione Tutela Educazione" (Mite), enti aggiudicatari dal gennaio 2018 al 13 aprile 2021 di affidamenti da parte di Istituti scolastici per complessivi 23.537.377 euro, di cui corrisposti 17.457.976 euro".
Il modus operandi
Secondo quanto accertato dai magistrati l'ex alto funzionario ministeriale avrebbe rivelato all'imprenditore "notizie d'ufficio che avrebbero dovuto rimanere segrete. In particolare, anticipava via e-mail" a Bianchi di Castelbianco "prima della sua pubblicazione, la bozza del bando per il finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa, e invitava e lo faceva partecipare a riunioni tenutesi presso il Ministero nelle quali si doveva decidere la ripartizione dei finanziamenti alle scuole a valere sulla Legge n. 440/1997, demandando anche allo stesso imprenditore la decisione finale su tale suddivisione". Nel procedimento risultano parti offese il Ministero dell'Istruzione e la Presidenza del Consiglio dei Ministri nonché l'Agenzia delle Entrate.