Siccità, Autorità bacino del Tevere: "Allarme lanciato 4 mesi fa"

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"Non possiamo più inseguire le emergenze. L'acqua deve essere al centro dell'attenzione pubblica e degli investimenti, deve rientrare nei bilanci dello Stato. Il tema quindi è fare prevenzione nei tempi di pace", sottolinea Erasmo D'Angelis.

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Sull'emergenza siccità "Noi l'allarme lo abbiamo lanciato tre/quattro mesi fa, non è un'allarme di oggi". E' quanto denuncia Erasmo D'Angelis, il segretario generale dell'Autorità di bacino del Tevere. "Abbiamo evidenziato l'arrivo di ondate di calore che non vedevamo da tantissimo tempo. Non possiamo più inseguire le emergenze. L'acqua deve essere al centro dell'attenzione pubblica e degli investimenti, deve rientrare nei bilanci dello Stato. Il tema quindi è fare prevenzione nei tempi di pace", sottolinea D'Angelis.

"Dato drammatico"

"Finché l'acqua arriva al rubinetto nessuno si preoccupa", prosegue il segretario, e ora la "riduzione dei livelli dei laghi e corsi d'acqua" evidenzia un "dato drammatico". In merito all'utilizzo improprio dell'acqua potabile, D'Angelis afferma: "Noi saremmo condannati dall'Europa dal giugno del prossimo anno per il mancato riuso dell'acqua di depurazione. Noi abbiamo ottimi depuratori, anche con acqua di grande qualità, che viene praticamente ributtata a mare".

Vertice il 21 giugno, pronto piano razionamenti 

Martedì prossimo, 21 giugno, ci sarà un Osservatorio straordinario con Comune, Regione, Consorzio di bonifica e Autorità di bacino del Tevere per affrontare il tema dell'emergenza idrica. Lo conferma Erasmo D'Angelis. "Anche il Tevere -spiega - che scorre intorno ai 100 metri cubi al secondo ha un calo di portata abbastanza preoccupante che ovviamente deriva dal calo di portata dei suoi 42 affluenti. C'è una forte preoccupazione. Devo dire non tanto su Roma dove la riserva idropotabile è in montagna nel reatino, per cui stiamo abbastanza tranquilli per le prossime settimane, ma molte altre località, non servite da falde montane, sono ovviamente a rischio". Per D'Angelis quindi la Capitale potrebbe non arrivare "al razionamento". "Abbiamo una soglia di attenzione ma siamo consapevoli che Roma ha un bacino eccezionale nel Reatino e comunque ha ridotto le perdite. La grande sete nel territorio colpisce soprattutto l'agricoltura. Il tema - ribadisce il segretario generale - è che il clima sta cambiando e dobbiamo cambiare anche noi. L'Italia ha un dato di perdite clamoroso con lo spreco delle condotte che arriva, a livello nazionale, al 43 %. Acea su Roma ha fatto un forte recupero dal 2017 con l'ultima siccità, dove la dispersione era al 43 e ora siamo al 28 percento".

Le misure

In ogni caso l'allarme crisi idrica a Roma torna dopo il 2017 e le Istituzioni del territorio, come cinque anni fa, potrebbero andare verso decisioni più drastiche. Tra le altre misure, come anticipato da La Repubblica, c'è la possibilità di chiudere le fontane pubbliche, l'approvvigionamento di acqua potabile con autocisterne e il razionamento nelle ore notturne almeno nei quartieri nella fascia sud- est della Capitale: Torbellamonaca, Torre Angela, Romanina, Spinaceto, Ostia, dove le condutture sono più obsolete. L'Osservatorio avrebbe quindi trenta giorni di tempo, fino alla seconda metà di luglio, sperando che la pioggia arrivi in soccorso: in caso contrario da agosto il piano dovrà essere operativo. Al momento però non sarebbero previsti razionamenti.

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