Il Pontefice ha rivolto un pensiero alla popolazione civile in Ucraina "in fuga": "Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari, vanno accolti"
"Ho il cuore straziato per quanto accade in Ucraina e in altre parti del mondo. Tacciano le armi, Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza". Lo ha detto il Papa all'Angelus.  (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA TRAGEDIA DEI PROFUGHI - LE PAROLE DI ZELENSKY)
"Tacciano le armi"
"In questi giorni siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra. Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada e non smettiamo di pregare, anzi supplichiamo Dio più intensamente. Per questo rinnovo a tutti l'invito per il 2 marzo, mercoledì delle Ceneri, a una giornata di preghiera e di digiuno per la pace in Ucraina. Una giornata per stare vicini alle sofferenze del popolo ucraino, per sentirci tutti fratelli e implorare a Dio la fine della guerra". Per il Papa "chi fa la guerra dimentica l'umanità ". La guerra "non parte dalla gente, non guarda la vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto gli interesse di parte e i poteri. Si affida alla logica diabolica e diversa delle armi che è la più lontana dalla volontà di Dio. E si distanzia dalla gente comune che vuole la pace, perché in ogni conflitto la gente comune è la vera vittima che paga sulla propria pelle le follie della guerra. Penso agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini. Sono fratelli sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti. Con il cuore straziato per quanto accade in ucraina - e non dimentichiamo anche in altre parti del mondo, nello Yemen, in Siria, in Etiopia - ripeto: tacciano le armi, Dio sta con gli operatori di pace non con chi usa violenza".
"Sono fratelli e sorelle, vanno accolti
Successivamente ha rivolto un pensiero alla popolazione civile in Ucraina "in fuga": "Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari, vanno accolti". La "logica diabolica" delle armi "si distanzia dalla gente comune che vuole la pace. In ogni conflitto la gente comune è la vera vittima che paga sulla propria pelle le follie della guerra". E ancora: "Le parole che usiamo dicono la persona che siamo. A volte, però, prestiamo poca attenzione alle nostre parole e le usiamo in modo superficiale. Ma le parole hanno un peso: ci permettono di esprimere pensieri e sentimenti, di dare voce alle paure che abbiamo e ai progetti che intendiamo realizzare, di benedire Dio e gli altri. Purtroppo, però, con la lingua possiamo anche alimentare pregiudizi, alzare barriere, aggredire e perfino distruggere, con la lingua possiamo distruggere, i fratelli: il pettegolezzo ferisce e la calunnia può essere più tagliente di un coltello! Al giorno d'oggi, poi, specialmente nel mondo digitale, le parole corrono veloci; ma troppe veicolano rabbia e aggressività , alimentano notizie false e approfittano delle paure collettive per propagare idee distorte".
Il Papa cita la Costituzione
E ha citato la Costituzione italiana: "Chi ama la pace ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Poi il Pontefice ha visto delle bandiere dell'Ucraina e si è rivolto ai fedeli ucraini in piazza San Pietro con un saluto nella loro lingua. Infine, gli errori non sono "irrimediabili. Dio ci guarda così: non vede in noi degli sbagli irrimediabili, ma vede dei figli che sbagliano. Dio distingue sempre la persona dai suoi errori. Crede sempre nella persona ed è sempre pronto a perdonare gli errori. E ci invita a fare lo stesso: a non ricercare negli altri il male, ma il bene".
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