Così il ministro dell'Interno durante l’informativa alla Camera in merito ai fatti del 9 ottobre scorso nella Capitale e alle proteste a Milano e Trieste: “Sui fatti di Roma ammettiamo delle criticità, in città c’era il triplo delle persone rispetto a manifestazioni precedenti”
"Nell'immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell'ordine pubblico di quelle ore. È palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati". Così il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, nell'informativa alla Camera in merito agli scontri a Roma dello scorso 9 ottobre, quando è stata presa d'assalto la sede della Cgil. La titolare del Viminale ha sottolineato "il deficit di sicurezza determinato dalla situazione che ha superato ogni ragionevole previsione" e che non deve "più ripetersi”. Per il ministro, l'irruzione nella sede della Cgil è stato "il momento più drammatico" e "che ha turbato l'opinione pubblica per la violenza dell'azione distruttiva e lo sfregio alla democrazia. Un momento durato 8 angoscianti minuti, che ha avuto il suo apice tra le 17.32, quando i manifestanti irrompono nella sede sindacale, e le 17.35, quando le forze di polizia riprendono il controllo della situazione e liberano i locali".
La ricostruzione dell'assalto
Il ministro Lamorgese, ricostruendo la vicenda, ha ricordato che alle 17 in piazzale del Brasile si sono schierati 60 agenti, altri 20 unità presso la sede Cgil. Il "numero esorbitante e l'impeto" ha fatto sì che i manifestanti si aprissero un varco: 1.500 si sono diretti verso la Cgil, mentre altri scendevano verso via Veneto, in direzione di Palazzo Chigi. "In questa fase caratterizzata da un'evidente sproporzione tra la massa dei manifestanti e le forze dell'ordine impegnate su vari fronti, è rimasto seriamente ferito, riportando la frattura di una costola, il funzionario della polizia che comandava i nuclei in servizio". In seguito, "grazie all'effrazione di una 'finestra laterale', alle 17.27 un piccolo gruppo di facinorosi è riuscito a penetrare al piano terra e conseguentemente a forzare la porta principale di ingresso, consentendo - anche ad altri manifestanti all'ingresso - l'accesso all'edificio: questo è stato il momento più drammatico di quel sabato pomeriggio".
"A Roma numero anomalo di manifestanti"
"Non sono mancati nella mattinata del 9 ottobre diffusi controlli, anche in autostrada - ha aggiunto Lamorgese -. Diversamente dalle precedenti manifestazioni No vax e no Green pass, che avevano fatto registrare presenze limitate, sabato 9 ottobre il numero dei partecipanti era il triplo rispetto alle previsioni, addensatosi in piazza del Popolo in poco tempo. La presenza di Forza Nuova, con circa 200 unità, non fa che confermare - ha detto ancora il ministro - l'acceso interesse di questa formazione ad acquisire, attraverso la protesta, spazi di visibilità che ne accrescono il bacino di consenso".
"Ci attende un periodo ancora molto impegnativo - ha spiegato - che per altro vedrà a fine ottobre lo svolgimento del G20. È da considerare prezioso l'apporto informativo volto a considerare ogni pericolo e indirizzare attività di mediazioni che hanno dimostrato l'efficacia nell'abbassare la tensione e decongestionare la piazza”.
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“Respingo le accuse di strategia della tensione”
C'è stata - ha proseguito Lamorgese - una lettura politica "che tende ad accreditare la tesi di un disegno assecondato da comportamento delle forze dell'ordine, devo respingere fermamente questa lettura", perché essa "insinua il dubbio che le forze della polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche. È un'ingiusta accusa, che getta un'ombra inaccettabile sull'operato delle forze dell'ordine". Dichiarazioni, quest'ultime, che hanno provocato le proteste di una parte dell'Aula, in particolare dai banchi di Fratelli d'Italia, con il presidente della Camera Fico costretto a richiamare all'ordine i deputati Dalmastro e Mollicone.
"Nella manifestazione - ha ripreso la parola Lamorgese - si contano 41 feriti tra le forze dell’ordine nell'affrontare i facinorosi intenzionati ad assaltare le sedi istituzionali". Il ministro ha poi voluto escludere il "retroscena inquietante" della presenza di agenti polizia tra i manifestanti, riferendo che, come sempre in queste occasioni, "era prevista la presenza di agenti in borghese della Digos con compiti di osservazione, monitoraggio e mediazione con i manifestanti".
Parole che hanno sollevato proteste anche nell'aula del Senato. In particolare, qualche contestazione è partita quando Lamorgese ha spiegato che l'agente "in abiti civili, presente all'azione di esagitati che intendevano provocare il ribaltamento di un furgone della polizia", "stava verificando che la forza scaricata sul mezzo non riuscisse nell'intento. Si tratta dello stesso agente - ha chiarito il ministro - che più tardi, aggredito da un manifestante tuttora in stato di arresto, ha reagito in modo scomposto e per questo motivo si è auto-segnalato. Ora la sua posizione è alla valutazione della polizia giudiziaria".
“Emersi nuovi obiettivi sensibili”
Dal febbraio 2020 allo scorso 18 ottobre si sono tenute 5.569 manifestazioni di protesta, più della metà nel 2021, e di queste 1.526 tra il 22 luglio e il 18 ottobre, che hanno riguardato le contestazioni al green pass. Queste le cifre elencate dal ministro. Il 3,4% è sfociato in episodi di violenza, ossia 52 manifestazioni. "Nello stesso periodo - ha detto - lo sforzo di contenimento delle contestazioni di piazza ha portato all'assegnazione di 17.470 unità delle forze mobili di polizia all'autorità di pubblica sicurezza". "In questo periodo - ha poi evidenziato - la protesta ha investito minacciosamente ogni ambito facendo emergere nuovi soggetti da tutelare e nuovi obiettivi sensibili da proteggere", sottolineando il "carattere sfidante della protesta, intenzionata a non fermarsi". Per il ministro "non si può in alcun modo abbassare la guardia" e bisogna "mantenere massima attenzione per garantire non sia turbata la tranquillità nazionale".
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“A Trieste analogie con gli scontri di Roma”
Lamorgese ha quindi parlato di quanto accaduto negli ultimi giorni a Trieste: ”Nonostante il richiamo del prefetto di Trieste alla palese illegittimità dello sciopero, è stato attivato un presidio al varco 4", impedendo lo scarico e carico merci a 700 mezzi pesanti e "a fronte di tale situazione il prefetto ha indetto un comitato urgente di sicurezza in cui si è condiviso di effettuare lo sgombero. Nei momenti di maggiore tensione si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell'ordine pubblico ed è stato necessario l'uso di idranti e lacrimogeni”, ha spiegato, parlando di "caratteristiche analoghe ai fatti di Roma" ai cortei verso Palazzo Chigi e Montecitorio.