Caso pm Milano, nuova udienza al Csm il 3 agosto su richiesta di trasferimento di Storari

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Il magistrato deve rispondere della "informale e irrituale" consegna, avvenuta nell'aprile 2020 all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo, di copie di verbali" resi dall'avvocato Piero Amara su una presunta associazione segreta di cui avrebbero fatto parte anche due consiglieri del Csm". Il pm avrebbe consegnato i documenti per autotutelarsi dato che, a suo dire, i vertici dell'ufficio della Procura avrebbero ritardato le iscrizioni nel registro degli indagati necessarie per vagliare quanto riferito

È iniziata alle 16 l'udienza in cui la Sezione disciplinare del Csm deve esprimersi sulla richiesta del pg della Cassazione, Giovanni Salvi, di trasferire in via cautelare da Milano e dalle sue funzioni il pm Paolo Storari per la vicenda dei verbali dell'avvocato Piero Amara. L'udienza disciplinare a carico del pm proseguirà martedì 3 agosto alle 11.30. Si tratterà di una udienza camerale, a porte chiuse, come quella di oggi. Il Collegio della Sezione disciplinare, poi si riserverà, e depositerà l'ordinanza nei giorni successivi. Intanto, proprio per i ritardi nell'apertura dell'indagine nata dalle dichiarazioni di Amara sulla presunta 'Loggia Ungheria', il procuratore di Milano, Francesco Greco, risulta indagato a Brescia. La sua iscrizione è un atto dovuto a seguito delle denunce presentate ai pm bresciani da Storari a sua volta indagato, sempre a Brescia, per rivelazione di segreto d'ufficio. 

La richiesta di trasferimento per Storari

Davanti alla sezione disciplinare del Csm, Storari deve rispondere di tre capi d'incolpazione, tra cui "l'informale e irrituale" consegna nell'aprile 2020 all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo di copie non firmate di verbali resi dall'avvocato siciliano" su una supposta associazione segreta di cui avrebbero fatto parte anche due consiglieri del Csm" essendo stata fatta "a un singolo consigliere Csm" e "a insaputa del procuratore di Milano". I verbali, in formato Word e non firmati, con le controverse dichiarazioni di Amara rilasciate tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020 nell'ambito dell'indagine sul cosiddetto "Falso complotto Eni" sono stati portati a mano nell'aprile 2020 a Milano a Davigo dallo stesso Storari.

Il passaggio di documenti

Dietro l'irrituale metodo di consegna ci sarebbe stata la scelta del pm milanese di 'autotutelarsi' dato che, a suo dire, i vertici dell'ufficio della Procura avrebbero ritardato per mesi le iscrizioni nel registro degli indagati, necessarie per vagliare tempestivamente quanto riferito da Amara. Di quanto spiegatogli da Storari, Davigo ne avrebbe parlato poi a Roma, in tempi e modi diversi, almeno con il vicepresidente del Csm David Ermini e con altri due membri del Consiglio superiore della magistratura, il procuratore generale e il presidente della Cassazione, Giovanni Salvi e Pietro Curzio. "Nella tarda primavera dell'anno passato, il consigliere Piercamillo Davigo mi disse che vi erano contrasti nella procura di Milano circa un fascicolo molto delicato che riguardava anche altre procure e che, a dire di un sostituto, rimaneva fermo; nessun riferimento fu fatto a copie di atti", ha dichiarato in una nota a fine aprile il pg Salvi che poi due mesi dopo, in qualità di titolare dell'azione disciplinare, l'ha avviata nei confronti di Storari proprio per la consegna dei verbali a Davigo. Gli stessi atti, con modalità ancora da accertare al centro di un'indagine della Procura della Capitale, tra fine 2020 e inizio 2021 sono stati ricevuti in forma anonima a due giornalisti di altrettanti quotidiani nazionali e dal consigliere Csm, Nino Di Matteo. A spedirli, per i pm di Roma, sarebbe stata la segretaria Csm di Davigo, Marcella Contraffatto, indagata per l'ipotesi di calunnia. Allo scorso 17 luglio risale l'iscrizione nel registro degli indagati per rivelazione di segreto d'ufficio dello stesso Davigo. Il 26 luglio viene reso noto un documento di solidarietà per Paolo Storari siglato da 230 magistrati della procura milanese, che esprimono la loro contrarietà al suo trasferimento chiesto dal pg della Cassazione al Csm.

L'indagine su Greco

La notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati del procuratore Greco è emersa a seguito della comunicazione, avvenuta, una ventina di giorni fa, dell'avvio del procedimento da parte della procura bresciana al Csm, al pg della Cassazione Giovanni Salvi e al ministero della Giustizia. Il reato contestato, come atto dovuto, è l'omissione di atti d'ufficio (art. 328 cp 1/o comma) per aver omesso la tempestiva iscrizione delle notizie di reato derivanti dalle dichiarazioni rese nel dicembre del 2019 dall'avvocato Piero Amara al procuratore aggiunto Laura Pedio e al pm Storari nell'ambito dell'indagine sul cosiddetto falso complotto Eni. A seguito di tali dichiarazioni, il pm Storari aveva chiesto a Greco e Pedio di avviare subito un'indagine sulla Loggia Ungheria. Cosa che avvenne solo il 12 maggio 2020.

Ancora messaggi di sostegno a Storari

Altri messaggi di sostegno e solidarietà per Storari sono arrivati in queste ore, prima dell'inizio dell'udienza davanti alla sezione disciplinare del Csm. "Per avere magistrati più liberi e meno schiavi delle logiche di appartenenza, coraggio Paolo!", ha scritto un magistrato, mentre un'altra toga milanese ha detto di essere "orgogliosa, come tanti, di quello che hai fatto. Milano, e non solo, è dalla tua parte". C'è anche chi si augura che questa vicenda, comunque "vada a finire", segni un "punto di svolta non solo" per Storari e "la Procura di Milano ma per la magistratura intera". Sostegno al pm milanese anche da parte di alcuni 'mot', ossia i magistrati ordinari in tirocinio. Intanto, il giorno dopo l'attacco, con una lettera inviata a tutti i pm nel tardo pomeriggio di ieri, a Storari e alle sue "menzogne, calunnie e diffamazioni", il procuratore Francesco Greco non è in ufficio. La missiva, proprio alla vigilia dell'udienza, ha lasciato "sconcertati" molti pm per i toni, per i modi e per la tempistica, oltre che per l'affondo pure nei confronti dell'iniziativa di sostegno a Storari dei giorni scorsi e che ha raccolto oltre 230 firme. Oggi nei corridoi in molti spiegano, comunque, che stanno guardando anche al futuro, ad una Procura che dovrà riorganizzarsi e "rimettere insieme i pezzi", dopo la bufera che l'ha travolta facendo emergere scontri e malumori.

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