Slitta al 25 maggio l'inizio del procedimento, inizialmente programmato per stamattina, a carico di quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio del ricercatore friulano al Cairo. La decisione è legata al legittimo impedimento, causa Covid, di uno dei difensori
Inizialmente prevista per questa mattina, è stata rinviata al 25 maggio la prima udienza davanti al gup di Roma, del procedimento contro quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio di Giulio Regeni al Cairo. La decisione è legata al legittimo impedimento, causa Covid, di uno dei difensori. All'udienza di oggi erano presenti genitori di Regeni, Claudio e Paola.
Il 20 gennaio scorso la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per gli 007 Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Nei loro confronti le accuse mosse dal procuratore Michele Prestipino, anch'egli presente in aula questa mattina, e dal sostituto Sergio Colaiocco. Nei loro confronti le accuse vanno dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. (NUOVI TESTIMONI)
Il documentario per screditare il ricercatore
Intanto, da ieri circola su YouTube un documentario egiziano che mette in cattiva luce la figura del ricercatore friulano ucciso cinque anni fa. Il filmato in tre parti, che dura 50 minuti, si presenta come "il primo documentario che ricostruisce i movimenti di Giulio Regeni al Cairo”, ed è stato caricato su un canale che si chiama The story of Giulio Regeni, al quale è associata anche una pagina Facebook. Il documentario, in lingua araba ma con sottotitoli in italiano, è costellato di errori, anche grossolani, come il nome dello stesso Regeni che viene storpiato e riporta fatti già noti, ma ricostruiti con l'intento di gettare discredito sul ricercatore e di sostenere la tesi egiziana che le autorità del Cairo siano estranee alla tortura a morte di Giulio.
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