Giulio Regeni, la Procura di Roma ha chiesto il processo per gli 007 egiziani

Lazio

I quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani sono accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio del ricercatore italiano trovato privo di vita nel febbraio del 2016

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano trovato privo di vita in Egitto nel febbraio del 2016. Per il generale Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif le accuse variano dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate.

La richiesta della Procura di Roma

In una nota la Procura capitolina afferma che "nella mattinata odierna, nel procedimento per il sequestro la tortura e l'omicidio di Giulio Regeni, non essendo intervenuto alcun fatto nuovo dopo la notifica dell'avviso di conclusioni delle indagini, ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio negli uffici del Giudice dell'udienza preliminare nei confronti dei quattro cittadini egiziani appartenenti agli apparati di sicurezza".

Resta il nodo dell'elezione di domicilio per gli 007 egiziani

L'udienza preliminare per i quattro membri dei servizi segreti egiziani potrebbe essere fissata entro la fine della primavera. Davanti al gup si aprirà la questione dell'assenza dell'elezione di domicilio per gli imputati. Il giudice per le udienze preliminari dovrà, infatti, affrontare questo tema oggetto di rogatoria della Procura di Roma firmata dal procuratore Michele Prestipino e dal sostituto Sergio Colaiocco nell'aprile del 2019 e più volte sollecitata nel corso degli incontri con le autorità egiziane. In base al nostro sistema giudiziario proseguire il procedimento e rinviare a giudizio non è possibile se non c'è la certezza dell'avvenuta notifica ai quattro al Cairo. Il gup però potrebbe procedere ugualmente valutando come decisiva la rilevanza mediatica avuta anche in Egitto dell'indagine e la diffusione dei nomi degli imputati

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