A deciderlo è stato il collegio disciplinare del Csm. Il procedimento contesta le ‘nomine pilotate’ e il dossieraggio nei confronti di alcuni magistrati. La difesa si riserva di impugnare l'ordinanza. Udienza prevista davanti al Csm l'8 ottobre
Sono pienamente utilizzabili - nel procedimento disciplinare in corso davanti al Csm - le captazioni informatiche acquisite tramite il trojan inoculato nel cellulare di Luca Palamara che hanno registrato le conversazioni sul risiko delle nomine nella Procura di Roma nella serata tra l'8 e il 9 maggio 2019 svoltasi presso l'hotel romano Champagne, e alla quale hanno partecipato cinque consiglieri del Csm poi dimessisi, i politici Luca Lotti e Cosimo Ferri, e lo stesso Palamara, ex presidente dell'Anm. (LE TAPPE DELL’INCHIESTA - LA CONFERMA DELL'ESPULSIONE DALL'ANM). A decidere per l'utilizzabilità delle intercettazioni è stato il collegio disciplinare del Csm, presieduto dal laico indicato dal Movimento 5 Stelle, Fulvio Gigliotti. Il procedimento disciplinare si basa essenzialmente sulle intercettazioni e contesta le 'nomine pilotate' e anche il dossieraggio nei confronti di alcuni magistrati.
Presidente Csm chiede a Palamara di sottoporsi a domande
"Sciolta la riserva, era rimasta aperta una ipotesi, quella relativa alla eventuale prosecuzione dell'esame dell'incolpato. Ricordiamo tutti che il dottor Palamara aveva detto che avrebbe eventualmente ritenuto di rispondere ad alcune domande all'esito dello scioglimento della riserva sulla utilizzabilità delle intercettazioni. Quindi, domando per un verso alla Procura se intende proseguire a completare l'esame dell'incolato, ovviamente sul presupposto che l'incolpato vi consenta". Così Fulvio Gigliotti ha chiesto all'accusa se voleva riprendere a fare domande all'ex presidente dell'Anm, e a quest'ultimo se intendeva sottoporsi alle domande. La Procura della Cassazione ha dichiarato di voler procedere.
Difesa: "Palamara non si sottopone oggi a esame"
La difesa di Palamara ha detto che l'ex pm della Procura di Roma non intendeva farsi esaminare. "Prima di tutto volevo chiedere al collegio - ha esordito l'avvocato Marzocchi Buratti - la cortesia di mettere a verbale la riserva sull'impugnazione dell'ordinanza che avete oggi depositato, e il dottor Palamara non intende sottoporsi oggi all'esame e si riserva di fare spontanee dichiarazioni". In seguito alla richiesta di chiarimenti a fini organizzativi, la difesa dell'ex presidente dell'Anm ha spiegato che Palamara si riserva di rendere spontanee dichiarazioni nella fase conclusiva, "non sappiamo se dopo la requisitoria, o dopo le conclusioni del difensore".
La difesa valuta impugnazione ordinanza
La difesa di Luca Palamara si era opposta non ritenento utilizzabili le captazioni e aveva anche presentato in merito la consulenza del perito Fabio Milana. Si riserva dunque di impugnare l'ordinanza. Eventualmente, per impugnare il provvedimento, a quanto si è appreso, la difesa di Palamara dovrebbe aspettare la pubblicazione della sentenza disciplinare che lo riguarda e poi ricorrere davanti alle Sezioni Unite civili della Cassazione.
Udienza davanti a Csm 8 ottobre
Riprenderà giovedì 8 ottobre, davanti alla sezione disciplinare del Csm, l'udienza che vede imputato Luca Palamara. La requisitoria della Procura della Cassazione aprirà l'udienza, che potrebbe protrarsi anche al giorno dopo, venerdì 9 ottobre, e poi la parola passerà alla difesa di Palamara. L'ex presidente dell'Anm si è riservato di fare spontanee dichiarazioni. Nei suoi confronti è in corso anche un processo penale a Perugia.