La donna, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia, è stata messa agli arresti domiciliari
Il gip di Roma ha convalidato il fermo della donna di 30 anni accusata dell'omicidio della figlia, partorita sabato in casa a Vitinia, periferia sud di Roma, e deceduta lunedì scorso all'ospedale Bambino Gesù della Capitale. Il gip ha disposto per la 30enne, di origini svedesi, la misura cautelare degli arresti domiciliari. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia.
Il decesso
La piccola era stata portata in pronto soccorso in condizioni disperate a seguito dell'allarme lanciato dalla nonna, che aveva chiamato il 118 dopo aver trovato, a suo dire, la piccola in una pozza di sangue nella stanza dove la figlia aveva appena partorito. Ricoverata al Bambino Gesù, la piccola era in fin di vita. I medici hanno riscontrato sul suo corpo ematomi e un profondo trauma cranico. La donna, dopo il fermo, ha affermato che la bimba era rimasta ferita dopo una caduta dal letto in seguito al parto, e di non sapere di essere incinta. La 30enne era rientrata in Italia lo scorso novembre dalla Germania, dove vive con il compagno, per stare accanto alla madre, rimasta da poco vedova.