"Lo dico tenendo sempre ben presente che stiamo parlando della morte di un 24enne", sottolinea il capo della Polizia. Che aggiunge: "Che Roma abbia i suoi problemi credo nessuno non lo riconosca, ma non è Gotham City"
"Gli accertamenti, che l'autorità giudiziaria disvelerà quando riterrà opportuno, non ci raccontano la storia di due poveri ragazzi scippati. Lo dico tenendo sempre ben presente, non vorrei essere equivocato su questo, che stiamo parlando della morte di un ragazzo di 24 anni". Così il capo della polizia Franco Gabrielli, a margine della cerimonia per i 70 anni della rivista 'Poliziamoderna', commentando l'omicidio, avvenuto la notte del 23 ottobre, di un ragazzo di 24 anni ucciso a colpi di pistola fuori da un pub in zona Appio a Roma. Per il fatto oggi sono stati fermati due ventunenni, i quali, ha aggiunto Gabrielli, "sono stati subito individuati. Sono stati definiti i contorni di una vicenda che con una città alla deriva e in mano al crimine ha poco a che fare" (LA RICOSTRUZIONE - IL RACCONTO DELLA FIDANZATA - I DUE RAGAZZI FERMATI).
"Roma non è Gotham city"
"Che Roma abbia i suoi problemi credo nessuno non lo riconosca, ma rappresentarla come Gotham City...", prosegue Gabrielli. "L'efferatezza" dell'omicidio e il coinvolgimento di due ventunenni "più che interrogare gli organismi di sicurezza, dovrebbero interrogare le agenzie educative - sottolinea Gabrielli -. Forse tutti dovremmo avere un atteggiamento di grande cautela, senza anticipare giudizi ed emettere sentenze e senza utilizzare la sicurezza come strumento di contesa politica". "Parliamo - aggiunge Gabrielli - di una vicenda gravissima. E' morto un ragazzo di 24 anni. Questo dovrebbe imporre ad ognuno di noi un atteggiamento di grande riflessione e rispetto". "Sono soddisfatto - continua il capo della polizia - della risposta delle forze di polizia, che hanno agito in maniera sinergica, senza gelosie. E non posso non notare, con un certo sollievo - conclude Gabrielli - che questa vicenda, sotto il profilo dell'accertamento della verità, ha visto coinvolta la stessa famiglia di uno degli autori dell'efferato gesto".