Roma, inchiesta Ama: tre gli indagati dalla Procura

Lazio
Foto di archivio (ANSA)

Gli indagati ricoprono tutti ruoli amministrativi. Sono stati ascoltati di nuovo l'ex AD di Ama e l'ex assessore all'ambiente, dimessasi dieci giorni fa

La Procura di Roma ha indagato tre persone sulla situazione dei conti di Ama, la municipalizzata dei rifiuti della Capitale. Nel fascicolo, in cui si ipotizza il reato di tentata concussione, ci sono i nomi di Franco Giampaoletti, direttore generale del Comune, Luigi Botteghi, ex ragioniere, e Giuseppe Labarile, il capo ad interim della Governance, monitoraggio e controllo organismi partecipati. 

L'inchiesta

La bocciatura del bilancio è al centro dell'inchiesta, in particolare su un credito vantato da Ama di 18 milioni sui servizi cimiteriali. La Procura vuole accertare eventuali pressioni per orientare i dirigenti dell'azienda a bocciare il bilancio, bocciatura poi resa definitiva dal Campidoglio. Nei giorni scorsi sono stati ascoltati, sempre come persone informate sui fatti, l'ex AD di Ama, Lorenzo Bagnacani, e per due volte l'ex assessore all'Ambiente, Pinuccia Montanari

Assessore al Bilancio: "Pagamenti verso Ama regolari"

L'assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, durante la seduta di oggi, mercoledì 20 febbraio, della commissione capitolina Trasparenza, che aveva come ordine del giorno la decadenza del Cda di Ama, voluta dalla sindaca di Roma Virginia Raggi lunedì 18 febbraio, ha affermato che "quanto previsto dal contratto per la gestione del servizio ed i servizi cimiteriali è stato pagato. I pagamenti verso Ama sono regolari". "La delibera è chiara - aggiunge Lemmetti - Nel documento della Giunta abbiamo dato indicazioni su come adeguare i conti, non c'è niente da aggiungere. Ora abbiamo bisogno di pulire la città''.

Giampaoletti: "Non so ancora se sono indagato"

Nel frattempo, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse stato indagato, Giampaoletti ha risposto: "Ho un avviso di giacenza che mi è arrivato a casa ieri alle 19 e potrebbe essere una multa o un avviso di garanzia, ma non lo sapremo prima di domattina perché non sarà disponibile per il ritiro prima di allora". A chi gli chiedeva se fosse stato convocato come persona informata dei fatti ha detto: "No, non sono stato convocato dalla Procura". Alla domanda dei cronisti se fosse preoccupato, Giampaoletti ha risposto: "Siamo molto arrabbiati".

Andrea Masullo parla del bilancio

Andrea Masullo, uno dei tre membri del Cda dell'Ama rimossi, in un'intervista al Messaggero ha detto: "A un certo punto l'obiettivo di Roma Capitale è risultato chiaro. Volevano che chiudessimo in rosso il bilancio, fosse solo di un euro. Noi abbiamo ricevuto sempre messaggi dal direttore Franco Giampaoletti e dall'assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, non è certo un segreto. E facevano sponda con la sindaca Virginia Raggi, alla fine era lei che firmava le richieste formali", racconta. "Se ingerenze sono state, comunque, sono state solo tentate, perché noi non abbiamo ceduto e, nel rispetto della legge, non abbiamo modificato il bilancio". 

"Si voleva chiudere il bilancio in rosso"

Le richieste di cancellare il debito "per molti mesi sono state solo verbali, a voce. Solo verso l'autunno mettono nero su bianco quella richiesta", prosegue Mosullo, che osserva: "In undici mesi, su un bilancio di un miliardo, quanto tempo ci vorrebbe per risolvere il problema di 18 milioni di euro? In poche ore, se ci fosse stata la volontà di superare l'ostacolo e approvare il bilancio, si poteva risolvere tutto". Non è stato fatto "perché c'era la reiterata volontà di chiudere il bilancio in rosso. Il bilancio non doveva essere chiuso con un utile, come invece era quello che avevamo approvato". Ciò significava "mettere l'Ama in condizione di non potere operare".

I dettagli

"Il rapporto tra Roma Capitale e Ama Servizi Funebri e Cimiteriali è regolato dal contratto di servizio, l'ultimo è stato approvato a marzo 2018", ha spiegato invece Giampaoletti. "Sul vecchio contratto, relativo al periodo di cui parliamo - ha spiegato - l'articolo 10 prevede dieci milioni di euro per l'erogazione di servizi come tumulazioni ed estumulazioni, e quattro milioni più uno per la realizzazione delle opere, un totale di quindici milioni, che però non sono di Ama. Ama agisce come agente contabile e quindi qualsiasi euro incassato va restituito a Roma Capitale, che poi li rimborsa ad Ama in base ai giustificativi di spesa. Poi c'è un altro comma: nel caso di costi maggiori, a fronte della presentazione di giustificativi di spesa, la somma eccedente i quindici milioni che non sia stata spesa per inefficienze di Ama, Roma Capitale è obbligata a garantire la copertura del disavanzo". E ancora, sugli altri 42 milioni richiesti da Ama per la realizzazione delle opere "noi non mettiamo in discussione le opere ma la loro quantificazione: molte sono state realizzate con provvedimenti di somma urgenza, ma le condizioni non sembrano giustificare la decisione di non ricorrere a procedure competitive". "Nel momento in cui abbiamo bocciato il bilancio di Ama l'assessore Montanari ha deciso di dimettersi. Mentre i consiglieri di amministrazione dell'azienda sono rimasti in poltrona e non ci pensavano proprio a muoversi. La bocciatura di bilancio non è collegata alla revoca del Cda", continua Giampaoletti.

Raggi: "Facciamo pulizia"

"Piena fiducia a Giampaoletti. Mi permetto di far notare una cosa: sono contenta che la magistratura faccia chiarezza su debiti che risalgono a circa 10 anni fa. Stiamo facendo un'azione di pulizia nei vari bilanci e Ama non si sottrae a questa operazione, perché la chiarezza nei conti è la base per costruire solide fondamenta", dice Virginia Raggi.

"Ama resta pubblica"

"Voglio smentire una serie di voci. Quest'amministrazione sta lavorando perché Ama deve restare pubblica", continua la sindaca. "Voglio confermare il nostro impegno anche finanziario", aggiunge. "Non ci saranno problemi per il pagamento degli stipendi, come non ci sono stati fin ad oggi. Mi sento di manifestare assoluta tranquillità rispetto a qualunque decisione possa essere presa, mi sembra comunque che il rapporto con le banche stia andando bene". 

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