Oltre al maresciallo Davide Antonio Speranza, in aula ha parlato anche Carlo Masciocchi, radiologo, che ha affermato: "Sicuramente c'erano due fratture vertebrali" entrambe "recenti"
Due annotazioni di servizio, la seconda a sostituire la prima, ma con la particolarità che fu "dettata" dal maresciallo Roberto Mandolini, che adesso è uno degli imputati con le accuse di calunnia e falso. Venerdì 8 febbraio la circostanza, è arrivata nell'aula del processo per la morte di Stefano Cucchi (CHI È) per bocca del maresciallo dei carabinieri Davide Antonio Speranza, che l'aveva esposta ai Pm il 18 dicembre scorso, sentito come persona informata sui fatti. Il carabiniere è tornato a testimoniare in aula sulla vicenda del giovane, arrestato nell'ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo in ospedale, che vede imputati cinque militari dell'Arma, tre dei quali accusati di omicidio preterintenzionale. Al processo si è presentato anche il professore Carlo Masciocchi, radiologo che nel 2015 redasse un parere per conto della parte civile dando indicazioni diverse rispetto al passato circa i segni sulla schiena di Cucchi. Sul corpo "sicuramente c'erano due fratture vertebrali" a livello lombo-sacrale, entrambe "recenti" e "contemporanee, prodotte da un unico evento traumatico" ha spiegato il medico.
La testimonianza del carabiniere
Sono sei volte che il maresciallo Speranza viene sentito sulla vicenda delle due annotazioni a sua firma. Venerdì lo ha fatto davanti alla Corte d'assise per ulteriori precisazioni in merito ad atti formali che rivestono grande importanza per il fatto che al loro interno, tra le righe, si leggono indicazioni diverse sulle condizioni di salute di Cucchi proprio nel corso della notte in cui fu arrestato e portato in caserma. "Quando Mandolini lesse la prima annotazione (datata per errore il 16 ottobre 2009 ma che in realtà fu "redatta dopo la morte di Cucchi”), disse che non andava bene e che avrei dovuto cestinarla - ha detto Speranza - perché avremmo dovuto redigere una seconda annotazione in sostituzione. Io quella nota non la feci sparire, anche perché già protocollata. Il contenuto fu dettato da Mandolini, alla presenza di Nicolardi (altro imputato di calunnia)". Nelle due annotazioni, la differenza sulle condizioni di Cucchi è evidente: nella prima si legge che "alle 5.25 la nostra Centrale operativa ci ordinava di andare in ausilio al militare di servizio alla caserma della Stazione di Tor Sapienza in quando il sig. Cucchi era in stato di escandescenza"; nella seconda si legge che "è doveroso rappresentare che durante l'accompagnamento, il prevenuto non lamentava nessun malore, né faceva alcuna rimostranza in merito".
Le fratture sul corpo di Stefano Cucchi
Sul corpo di Stefano Cucchi "sicuramente c'erano due fratture vertebrali" a livello lombo-sacrale, entrambe "recenti" e "contemporanee". A dichiararlo è stato Carlo Masciocchi, professore ordinario di radiologia dell'Università dell'Aquila ed ex presidente della Società Italiana di Radiologia Medica. Masciocchi nel 2015 è stato autore di una consulenza tecnica per conto dell'avvocato Fabio Anselmo, legale di parte civile, poi confluita agli atti dell'odierno processo, dove appunto rilevava la presenza delle fratture. "Nel giugno 2015 - ha detto Masciocchi - l'avvocato Anselmo mi chiese la disponibilità a visionare del materiale radiografico su Cd". Quale il contenuto? "Una lastra di colonna vertebrale dell'Ospedale Fatebenefratelli in formato jpeg; immagini Tac total body multistrato eseguita circa 40 giorni dopo la riesumazione; immagini con tecnica Cone Beam, una sorta di panoramica sofisticata". L'esito della sua indagine è stato illustrato oggi in aula davanti alla Corte d'Assise. "Sicuramente c'erano due fratture vertebrali, una del corpo S4 (quarta vertebra sacrale) e l'altra nel corpo L3 (terza vertebra lombare). La frattura S4 certamente si trattava di una frattura recente, e, quando dico recente, intendo una frattura prodotta in un arco temporale stimabile in massimo 7-15 giorni; la frattura L3 si tratta anch'essa di una frattura recente. Morfologicamente può affermarsi che sono contemporanee, prodotte da un unico evento traumatico". Subito dopo, il professore Masciocchi ha puntualizzato di avere "la forte sensazione che sia stato esaminato al tempo solo un tratto di colonna vertebrale e sezionato solo un tratto di L3". La prossima udienza si terrà il 14 febbraio, quando verrà sentito l'ultimo dei testimoni della lista del Pm, e avranno inizio le prove testimoniali delle parti civili.