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Omofobia, ecco cosa prevede il testo approvato dalla Camera

Politica
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L’Aula di Montecitorio ha approvato con scrutinio segreto la legge per contrastare l'omotransfobia, la misoginia e le violenze contro le persone disabili. Ora il provvedimento va in Senato. Il testo prevede soprattutto di estendere la legge Reale-Mancino dall'ambito del razzismo a quello dell'omotransfobia in modo da punire con il carcere chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione o violenti per motivi "fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere"

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Mercoledì 4 novembre l’Aula della Camera ha approvato con scrutinio segreto la legge per contrastare l'omotransfobia, la misoginia e le violenze contro le persone disabili. I sì sono stati 265, i no 193, gli astenuti 1. L'approvazione è stato salutata da un prolungato applauso della maggioranza. La legge va ora in Senato. Dopo che il presidente Fico ha proclamato il risultato della votazione, tutti i deputati di maggioranza si sono alzati in piedi e hanno applaudito a lungo. Proteste da parte dei deputati di Fratelli d’Italia, che al momento della votazione finale si sono alzati in piedi indossando un bavaglio. Critiche anche dai parlamentari leghisti, che hanno urlato in coro “libertà libertà”.

Cosa prevede la legge

Il testo, presentato dal deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, prevede innanzitutto di estendere la legge Reale-Mancino dall'ambito del razzismo a quello dell'omotransfobia in modo da punire con il carcere - con pene variabili a seconda delle diverse situazioni - chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione o violenti per motivi "fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità  di genere". La cosiddetta "clausola salva idee" chiarisce che la "libera espressione di convincimenti ed opinioni" non rientra nell'istigazione a compiere atti discriminatori o violenti. I primi due articoli introducono poi l’orientamento e il genere sessuale negli articoli del codice penale, il 604 bis e ter, che puniscono la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione. Il testo della legge Zan prevede inoltre l'istituzione, per il 17 marzo, della Giornata nazionale contro l'omotransfobia e la creazione di centri antidiscriminazione e di case rifugio per dare riparo e sostegno alle vittime sull'esempio di quanto fatto per difendere le donne vittime di stalking. Viene estesa la condizione di “particolare vulnerabilità” alle vittime di violenza fondata “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere” ed è prevista una ulteriore dotazione di quattro milioni di euro per il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.

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I tentativi di introdurla nel passato

Sono 24 anni che si tenta di varare un testo in materia, visto che le prime proposte di legge furono presentate nel 1996 da Nichi Vendola (Prc) e Antonio Soda (Pds); in quella legislatura il relatore era un deputato cattolico del Ppi, Paolo Palma, che però non riuscì a convincere la Cei (la conferenza dei vescovi cattolici italiani) che era ed è tuttora contraria. Nelle ultime tre legislature il tentativo è stato affidato a parlamentari espressione dell'associazionismo LGBTQ+, come Franco Grillini o Anna Paola Concia, ma senza esito.  

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Chi è a favore e chi è contro

In Parlamento la legge è sostenuta dai partiti di maggioranza e da un gruppetto di deputati liberal di Forza Italia, mentre contro sono Lega, Fdi e la maggioranza degli azzurri. Contrarie anche alcune associazioni femministe, come "Se non ora quando": per loro estendere i crimini d'odio anche alla cosiddetta 'identità  di genere' significa sostituire l'identità basata sul sesso con un'identità  basata sul genere dichiarato. “Attraverso 'l'identità di genere' la realtà dei corpi - in particolare quella dei corpi femminili - viene dissolta". Un primo passo, è  il loro timore, per sdoganare l'utero in affitto.

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