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Governo Draghi, chi è il nuovo ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani

Politica

Classe 1961, fisico milanese, ma genovese d'adozione. Nella città ligure ha diretto l'Istituto italiano di tecnologia per 14 anni. Poi è stato capo dell'Innovazione per Leonardo, il gruppo aerospaziale a controllo pubblico

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Roberto Cingolani, classe 1961, è una delle novità dell'esecutivo designato da Mario Draghi (TUTTI I MINISTRI DEL GOVERNO DRAGHI). Esperto di robot e nanotecnologie, guiderà uno dei dicasteri chiave, ossia quel superministero dell'Ambiente e della Transizione ecologica, che assorbe anche le competenze energetiche ora al Mise. Cingolani avrà anche il compito di presiedere il comitato interministeriale per il coordinamento della transizione ecologica. Sarà in pratica l'uomo decisivo per l'utilizzo delle risorse 'green' previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, il cosiddetto Recovery Fund.

Chi è Roberto Cingolani

Cingolani, milanese e genovese d'adozione, è un fisico di levatura internazionale, con studi di perfezionamento alla Normale di Pisa ed esperienze in Germania al Max Planck Institut, in Giappone e negli Usa oltre che alla guida dell'Istituto Italiano di Tecnologia. Il padre Aldo, morto 50enne, era docente universitario di Fisica. La sorella Silvia è ordinaria di Matematica all'Università di Bari. Il fratello Gino ha la cattedra di Biologia alla Jefferson University di Philadelphia. La moglie Nassia, greca, è una fisica esperta in Scienza dei materiali. Il primo figlio, Aldo, è un ingegnere chimico. Il secondo, Alex, dovrebbe laurearsi quest'anno in Chimica, mentre il terzo ha solo 11 anni.

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L'esperienza all'Istituto italiano di tecnologia

Cingolani sale alla ribalta nazionale proprio quando nel 2005 diventa il primo direttore scientifico dell'Istituto italiano di tecnologia, il centro di ricerca sulle alture di Genova fortemente voluto dall'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti e dal direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli, che ne è presidente. Cingolani diventa l'anima dell'Iit: quando lo lascia nel 2019 l'istituto ha 11 centri di ricerca e oltre 1.700 scienziati provenienti da 60 paesi, un migliaio di brevetti, 24 startup già create e altre decine in cantiere. Ma mostra doti manageriali anche quando lascia il segno nel progetto per una cittadella di Scienze della vita di Milano, lo Human Technopol.

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La sfida dell'innovazione attraverso la sostenibilità

Nel 2019 diventa il capo dell'Innovazione in Leonardo (chief Technology and Innovation Officer), il gruppo aerospaziale a controllo pubblico. Tra le prime iniziative, portare in Italia, e proprio a Genova, uno dei supercomputer più potenti esistenti, per far entrare il Paese "nel club del supercalcolo mondiale" con almeno l'1% della potenza. Senza dimenticare che la nuova sfida, spiega proprio presentando il progetto, che la tecnologia sostenibile è la nuova sfida dell'innovazione: "non è pensabile fare cose nuove e scaricarne il peso sui nostri nipoti" perché per Cingolani "ka sostenibilità deve diventare un parametro".

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