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Chi è Raffaele Fitto, nuovo vicepresidente esecutivo della Commissione Ue

Politica
©Ansa

Già ministro durante il governo Berlusconi IV, l’ex presidente della regione Puglia è tornato alla politica italiana con le elezioni del settembre 2022 dopo anni di esperienze come eurodeputato e copresidente di ECR a Bruxelles. Giorgia Meloni l'aveva nominato ministro degli Affari europei e il Pnrr, poi l'ha indicato per un ruolo europeo di prim'ordine

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Il 17 settembre 2024, Ursula von der Leyen ha presentato la nuova Commissione Ue. E nella sua squadra c’è anche l’italiano Raffaele Fitto, che sarà vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. "Sarà responsabile per la politica di coesione, lo sviluppo regionale e le città”. E gestirà i fondi dei Pnrr insieme a Valdis Dombrovskis. L'indicazione di Fitto era arrivata lo scorso 30 agosto, quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva annunciato di aver indicato il suo nome come commissario europeo. Fitto, esponente di Fratelli d’Italia, negli ultimi anni ministro degli Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr, con le elezioni del settembre 2022, era tornato a far parte di un esecutivo a 11 anni dalla sua precedente esperienza nel governo Berlusconi IV e dopo una lunga esperienza nelle istituzioni europee. Ecco la sua biografia (LO SPECIALE SUL GOVERNO).

La gioventù e l’inizio della carriera politica

Raffaele Fitto, come riporta il suo sito personale, è nato a Maglie (in provincia di Lecce) il 28 agosto del 1969. Si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Bari e ha iniziato la sua carriera politica militando nella Democrazia Cristiana. Nella fila della Dc è stato eletto Consigliere regionale nel 1990 e ha ricoperto la carica di Assessore regionale al Turismo della Puglia. Dal 1995 al 1998 diventa Vicepresidente della Regione.

Governatore della Puglia e incarichi di governo

A seguito delle elezioni europee del 1999 diventa eurodeputato, mentre nel 2000 è eletto alla presidenza della Regione Puglia: manterrà l’incarico fino al 2005. Nel 2006 entra poi nel Parlamento italiano come deputato, dove resta fino al giugno del 2014. In questi anni entra a far parte del governo Berlusconi IV: dal 2008 al 2010 è ministro per i rapporti con le Regioni, e dal 2010 fino alla caduta dell’esecutivo nel novembre 2011 è ministro per le Regioni e la coesione territoriale.

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L’esperienza al Parlamento europeo e il ritorno al governo

Nel 2014 lascia la politica nazionale e, a seguito della nuova elezione al Parlamento europeo, diventa eurodeputato. Mantiene la carica per 8 anni e in questo periodo entra in Fratelli d’Italia. A Bruxelles nel 2019 diventa copresidente del gruppo di Conservatori e dei riformisti europei (ECR) all’Eurocamera. A seguito delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, che lo vedono ritorna alla Camera dei deputati dopo otto anni, lascia il seggio da eurodeputato. Con la formazione del governo di centrodestra Fitto torna anche a far parte dell’esecutivo italiano, assumendo l’incarico degli Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr.

Gli ultimi anni

Grazie alla fiducia della premier, gli viene affidato un ruolo molto. Il Pnrr si è rivelato sin da subito il dossier più impegnativo. Gli accordi e i progetti indicati originariamente dal Piano sono stati sottoposti non solo al controllo dell'Ue, ma anche ad un'attenta revisione proprio sotto la regia di Fitto. E per un tema così delicato il neo vicepresidente della Commissione è stato sotto i riflettori del confronto politico, che ha registrato non poche polemiche e che in alcuni casi hanno riguardato anche la Corte dei Conti, incaricata di fare un controllo dei diversi passaggi del Piano. Ideatore delle cosiddette 'cabine di regia', Fitto ne ha presiedute diverse aprendo confronti con le parti sociali e, soprattutto, con gli enti territoriali. Profondamente radicato nella sua regione, Fitto ha curato anche la delega sul Sud, che l'ha portato per qualche mese a seguire i nodi dell'ex Ilva di Taranto. Tra i progetti portati a termine c'è l'avvio, a partire dall'inizio di quest'anno della Zes unica, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno che ha ripensato gli interventi sul Meridione.

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