Il Pd nelle elezioni degli ultimi 10 anni. Il grafico interattivo

Politica

Raffaele Mastrolonardo

Ascese, cadute e risalite del partito nato nel 2007 che sembra non aver mai trovato una dimensione di consenso stabile. L'ANIMAZIONE

Si potrebbe forse chiamarle “montagne russe”, ma qualsiasi definizione si voglia trovare per l’andamento del Partito Democratico dalla sua nascita ad oggi, di certo non può evocare la stabilità, quantomeno a livello numerico. Non solo per i segretari - ben 8 diversi in 12 anni di vita (la fotostoria) - ma anche per i risultati elettorali. La creatura politica battezzata da Walter Veltroni nel 2007 infatti pare non avere mai trovato una dimensione duratura quanto a consenso tra gli elettori ondeggiando, tra vette e cadute, salite e discese. E il grafico che racconta il percorso alle elezioni Politiche ed Europee non può che registrare queste oscillazioni. A volte anche clamorose. 

 

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Si parte dal 33,2% registrato alle Politiche del 2008 (il dato è quello della Camera) sotto la guida di Walter Veltroni. Un anno dopo, alle Europee, il Pd scende subito sotto la soglia del 30%: 26,1%,ben sette punti in meno mentre Dario Franceschini, allora segretario, parla di “un’avanzata delle destre sia in forme estreme che più conservatrici”. Il risultato è confermato in qualche modo da Pierluigi Bersani che alle Politiche del 2013 non va oltre il 25,4% e analizzerà il voto parlando di “rifiuto della politica così come si è presentata”. 

Ma chi pensa che sia quella la dimensione fisiologica del Partito deve subito ricredersi. Tempo un anno, con Matteo Renzi alla testa, il partito conquista uno strabiliante 40,8% alle Europee: un balzo di oltre 15 punti. “Risultato storico”, commenterà l’ex sindaco di Firenze. 

Alla rapida salita segue però, quattro anni dopo, una ripida discesa. Alle elezioni Politiche del 2018 il Pd scende al minimo di sempre: 18,8% (dato sempre della Camera), ben 22 scalini percentuali in meno rispetto alle Europee con conseguenti dimissioni del segretario: “Il Pd ha perso, occorre voltare pagina. Per questo lascio la guida del partito”, il suo commento

Il resto è storia più recente. Con Nicola Zingaretti si torna sopra la soglia del 20%, 22,7% per la precisione, in occasione delle Europee 2019. Abbastanza per far dire al segretario: “Il bipolarismo è tornato a essere centrato sulla presenza del Pd”. Intanto però quella base elettorale appena conquistata dovrà fare i conti con la scissione dei renziani e la nascita di Italia Viva.

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