Elezioni regionali in Lombardia, cosa c’è da sapere sul voto del 12 e 13 febbraio

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Quasi 8 milioni di elettori saranno chiamati al voto per il rinnovo del Consiglio regionale: gli ultimi sondaggi danno per favorito il governatore uscente Fontana, in carica dal 2018, che verrebbe così riconfermato per un secondo mandato. Staccati gli altri candidati, come Majorino e l’ex vicepresidente Moratti. Le urne saranno aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15 

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In Lombardia - così come nel Lazio - si vota per il rinnovo del Consiglio regionale: il prossimo 12 e 13 febbraio quasi 8 milioni di elettori sono chiamati alle urne per le elezioni regionali. I cittadini lombardi devono decidere il successore di Attilio Fontana, governatore uscente del centrodestra e nuovamente candidato alla presidenza, che la coalizione guida dal giugno 1994. 

I candidati

Sono quattro i candidati alla poltrona di presidente della Lombardia: oltre al governatore Fontana, spinto dalla coalizione di centrodestra, ci sono l’ex vicepresidente Letizia Moratti, scelta dal Terzo Polo, Pierfrancesco Majorino, candidato per Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, e infine Mara Ghidorzi di Unione Popolare (coalizione che comprende Rifondazione comunista, Potere al popolo e De.Ma). Nello schieramento di Fontana tra i nomi illustri candidati al Consiglio regionale ci sono il giornalista Vittorio Feltri, capolista di Fratelli d’Italia e voluto fortemente da Giorgia Meloni, il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, figlio del celebre oncologo Umberto, presente sempre nelle liste del partito della premier, e infine Giulio Gallera, ex assessore regionale al Welfare, che correrà per Forza Italia. Non mancano esponenti politici di primo piano o nomi noti anche negli altri schieramenti: ad esempio per il Terzo Polo sarà capolista Lisa Noja, ex parlamentare, mentre nella lista civica di Moratti ci sarà Monica Forte, presidente della Commissione antimafia regionale. Nelle fila di Majorino da segnalare la presenza tra i nomi del Pd dell’ex direttrice del carcere di Bollate Cosima Buccoliero, mentre nella civica saranno presenti il virologo Fabrizio Pregliasco e il fondatore dei Sentinelli di Milano Luca Paladini.

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Cosa serve per votare

Per votare è necessario avere con sé la carta d’identità e la tessera elettorale: in caso di esaurimento degli spazi, furto o smarrimento della tessera o mancata ricezione della stessa è possibile chiederne il duplicato, dopo aver compilato un modulo di richiesta. Tutti gli uffici comunali, in occasione delle elezioni, effettueranno aperture straordinarie mentre, presso i seggi, non è prevista la presenza di addetti comunali autorizzati al rilascio di tessere elettorali o di altri documenti personali.

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Come si vota

L’elettore avrà una scheda verde e troverà nei rettangoli il nome e il cognome della persona candidata alla carica di presidente. Nella parte a sinistra saranno invece presenti i simboli delle liste che sostengono il candidato alla carica di governatore. Gli elettori lombardi potranno votare secondo quattro differenti modi: segnare il nome di un candidato presidente, ma in questo caso il voto non si estenderà a nessuna delle liste collegate; barrare il nome di un candidato presidente e di una delle liste a esso collegate, tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste; sarà possibile scegliere anche di votare solo per una lista, ma in questo caso il voto si intende espresso in favore anche del candidato ad essa collegato; infine, sarà possibile effettuare il voto disgiunto, cioè votare per un candidato alla carica di presidente della Regione e per una delle altre liste non collegate, tracciando un segno sul contrassegno di una di tali liste. Nelle liste plurinominali è inoltre prevista l’alternanza di genere, con la possibilità di esprimere fino a due preferenze, scegliendo tra un candidato e una candidata che appartengano alla stessa lista e scrivendo i loro cognomi sulla scheda elettorale. Se si indicano due uomini o due donne, la seconda preferenza verrà annullata.

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L’elezione del Consiglio regionale della Lombardia

Le regole di voto in Lombardia sono molto simili a quelle delle altre regioni italiane: anche qui non c’è il ballottaggio nel caso in cui nessuno dei candidati superi il 50%; vince perciò chi ottiene un voto più degli altri. I membri del Consiglio regionale sono eletti con criterio proporzionale, sulla base di liste circoscrizionali concorrenti (presenti in ognuna delle 12 province della Lombardia), con l’applicazione di un premio di maggioranza. I gruppi di liste provinciali che presentano la stessa o lo stesso candidato presidente sono riunite in una coalizione di liste e il candidato presidente ad esse collegato rappresenta il capo della coalizione. La coalizione legata al governatore eletto ottiene almeno il 55% dei seggi in Consiglio regionale, se il candidato ha ottenuto il 40% delle preferenze, e almeno il 60% se invece è riuscita a superare il 40%. Inoltre, la legge elettorale lombarda fissa il limite del 70% dei seggi dell’intero Consiglio oltre il quale la coalizione vincente non può andare. 

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I sondaggi

L’ultimo sondaggio pubblicabile, uscito lo scorso 27 gennaio e realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera, riporta una netta affermazione di Fontana, che ottiene il 44% delle preferenze dei lombardi, staccando nettamente il primo inseguitore Majorino (33,8%), Letizia Moratti (19%) e Ghidorzi (2,2%). Sempre secondo quanto riporta il sondaggio Ipsos, Fratelli d'Italia sarebbe primo partito in Lombardia con il 24,9% delle preferenze, in calo però rispetto al voto di settembre (28,5%). In leggera crescita rispetto alle elezioni del 2022 la Lega, che dovrebbe attestarsi al 13,4%, mentre Forza Italia cala di quasi 1,5 punti percentuali, passando dal 7,9% di settembre al 6,5% attuale. Complessivamente, dunque, le liste che sostengono Fontana raccoglierebbero circa il 49,5% dei voti dei lombardi. Seconda forza dietro FdI dovrebbe essere il Pd, che il sondaggio stima al 18,4%, mentre cresce di mezzo punto percentuale rispetto a settembre il Movimento 5 Stelle, attualmente valutato all'8,1%. Le liste a sostegno di Majorino otterrebbero, dunque, il 32,5% dei consensi. Cresce il Terzo Polo di Calenda e Renzi (intorno al 16,1% i voti complessivi attesi), ma soprattutto grazie ai voti provenienti dalla lista di Moratti. I dati di Ipsos trovano conferma anche nell’ultima rilevazione SWG, pubblicata su Quotidiano Nazionale, che evidenzia come Fontana oscilli tra il 46 e il 50% delle preferenze, Majorino tra il 32 e il 36%, Moratti tra il 14 e il 18%. e Ghidorzi tra l'1 e il 3%. Certamente preoccupante il dato sull’astensionismo, che prospetta un 40% degli aventi diritto al voto che ad oggi non si presenterebbe alle urne. Se tale pronostico fosse confermato, l'affluenza calerebbe di oltre il 20% rispetto al voto del 2018.

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