Unico turno senza ballottaggio per eleggere il successore di Zingaretti. Possibile il voto disgiunto, urne aperte anche lunedì. Per i sondaggi il favorito è il candidato di centrodestra Rocca. Alle sua spalle D'Amato (centrosinistra) e Bianchi (M5s). La guida
Si avvicina il giorno in cui le cittadine e i cittadini del Lazio saranno chiamati alle urne per le elezioni regionali. Seggi aperti il 12 e 13 febbraio (dalle 7 alle 23 domenica e dalle 7 alle 15 lunedì) per eleggere il successore di Nicola Zingaretti, che ha governato la Regione per 10 anni. Per l’elezione del presidente si vota in un unico turno senza ballottaggio, viene proclamato governatore il candidato che ottiene il maggior numero di voti validi in ambito regionale. È possibile il voto disgiunto.
I candidati e le liste che li sostengono
In campo per l’attuale tornata elettorale, tra i principali candidati, ci sono Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità uscente, sostenuto da sette liste (Partito democratico, Terzo polo (Azione e Italia viva), Lista civica D’Amato, Più Europa/Radicali/Volt, Demos, Verdi/Sinistra e Partito socialista italiano); Francesco Rocca, ex presidente della Croce Rossa italiana, per la coalizione di centrodestra con sei liste (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi moderati/Rinascimento, Unione di centro e Lista civica Rocca presidente); Donatella Bianchi, giornalista, già presidente di Wwf Italia, sostenuta dal Movimento 5 stelle e dal Polo progressista (CHI SONO I CANDIDATI).
Le previsioni secondo i sondaggi
Secondo gli ultimi sondaggi, il candidato di centrodestra Rocca è dato per favorito, ma D’Amato (centrosinistra) è fiducioso nella “rimonta”; terza nelle intenzioni di voto la candidata del M5s Bianchi. Puntando in particolare sull’elettorato del M5s, l’assessore alla Sanità, durante le iniziative elettorali, ha fatto diverse volte appello al voto disgiunto, invitando a votare D’Amato come presidente e a dare la preferenza a una delle liste non collegata con lui. Un sistema, quello del voto disgiunto, ammesso dalla legge elettorale regionale, che prevede anche l’alternanza di genere: l’elettore sulla scheda può esprimere fino a due preferenze scrivendo nome e cognome dei candidati consiglieri regionali compresi nella stessa lista purché siano di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza.
Le modalità di voto
L'elettore ha quattro possibilità per esprimere il proprio voto: se si barra il nome del candidato presidente, il voto non si estende alla lista o alle liste collegate. Se si mette una X solo su una lista, il voto si estende anche al candidato presidente a essa collegato. Si possono inoltre barrare il nome del candidato presidente e il simbolo di una lista a lui collegata. Infine, l’elettore può votare per una lista e per un candidato presidente non collegato alla lista stessa (voto disgiunto). La legge elettorale della Regione Lazio è stata modificata nel 2017. Tra le novità, oltre all’introduzione della parità di genere, c’è l’abolizione del cosiddetto ‘listino’, cioè l’elenco di 10 candidati consiglieri collegati al candidato presidente ed eletti automaticamente insieme a lui in caso di vittoria, come premio di maggioranza.
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Il meccanismo di elezione dei consiglieri
Il Consiglio regionale è formato da 50 consiglieri più il presidente della Regione. L’80% dei seggi, ovvero 40 consiglieri, viene assegnato con un meccanismo proporzionale sulla base dei consensi ottenuti dai candidati che si sfidano nelle liste concorrenti, presentate a livello circoscrizionale. Mentre il restante 20%, 10 consiglieri, è eletto con il premio di maggioranza ripartito tra le liste collegate al candidato presidente vincente. Secondo la normativa, il Lazio è suddiviso in cinque circoscrizioni: Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo e Città metropolitana di Roma, che vedranno assegnarsi i seggi in proporzione alla popolazione risultata residente all’ultimo censimento generale. A Roma spetterebbero 29 seggi. Garantito almeno un consigliere regionale per ogni provincia.
Introdotto il divieto del terzo mandato
Tra le altre novità introdotte con la modifica del 2017 alla legge regionale n. 2/2005 il divieto del terzo mandato consecutivo per il presidente della Regione Lazio (salvo che uno dei due mandati precedenti sia durato meno di due anni, sei mesi e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie). Le ultime regionali si sono svolte il 4 marzo del 2018. Allora si recarono alle urne 3.181.235 elettori su 4.780.090 cittadini laziali aventi diritto al voto. L’affluenza finale fu del 66,55%. Nicola Zingaretti (centrosinistra) incassò la vittoria con il 32,93% delle preferenze (1.018.736 voti).