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Stupore del Colle per parole di Bignami su presunto piano contro Meloni. Cos’è successo

Politica

Dopo l'uscita di un retroscena in cui si rivela come all'interno della presidenza della Repubblica ci sia un movimento di consiglieri che auspicherebbe inziative contro la Meloni, il capogruppo di FdI alla Camera ha chiesto a Mattarella una smentita. Il Colle ha espresso stupore per le parole di Bignami e parlato di "supposizione ridicole". L'opposizione parla di "intimidazione" e "fango". Fdi: "Dopo colloquio Meloni-Mattarella questione chiusa, stima per il presidente"

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Il Quirinale ha espresso "stupore" per le dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, giudicando che le sue affermazioni "sembrano dar credito a un ennesimo attacco alla Presidenza della Repubblica costruito sconfinando nel ridicolo", si legge in una nota diffusa oggi dal Colle. Le parole di Bignami sono arrivate dopo la pubblicazione di un articolo su la Verità intitolato "Il piano del Quirinale per fermare la Meloni". Il capogruppo di FdI ha chiesto al capo dello Stato di smentire senza indugio le indiscrezioni secondo cui alcuni consiglieri di Mattarella "auspicherebbero iniziative contro il presidente Giorgia Meloni e il centrodestra", esprimendo anche "giudizi di inadeguatezza" sull’attuale maggioranza. 

La polemica di Bignami

Secondo quanto rilanciato da Bignami, l'articolo riferirebbe "in maniera circostanziata" di conversazioni in cui uno di questi consiglieri avrebbe ipotizzato la creazione di "una grande lista civica nazionale", un progetto alternativo alla coalizione di governo con l’obiettivo dichiarato di "impedire una vittoria del centrodestra e di Giorgia Meloni alle prossime elezioni politiche". L’articolo menziona anche l’idea di un "provvidenziale scossone" contro l’esecutivo in carica. Il retroscena indica in Francesco Saverio Garofani, ex parlamentare del Partito democratico, uno dei "consiglieri di Mattarella che a quanto pare si agitano nella speranza di fare uno sgambetto a Giorgia Meloni e impedirle di arrivare a conclusione del mandato e di ricandidarsi nel 2027". 

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L'ipotesi di una riedizione dell'Ulivo per sconfiggere Meloni

Nel testo si fa riferimento anche all’ipotesi di un candidato moderato di centrosinistra, sulla scia dell’operazione che nel 1996 portò alla vittoria di Romano Prodi, e a una riedizione dell’Ulivo attraverso una "grande lista civica nazionale". Bignami ha affermato un eventuale silenzio del Colle avrebbe potuto portare "a dedurre la fondatezza" di queste ricostruzioni. Il Quirinale, come detto, ha segnalato lo stupore per le parole del capogruppo del partito di maggioranza relativa. 

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L'opposizione parla di "intimidazione" e "fango sul Colle" 

Pronta la reazione di Pd, M5s e Avs. I gruppi alla Camera hanno chiesto un'informativa urgente alla premier Meloni. "Parole inaccettabili nei confronti della presidenza della Repubblica - ha attaccato la capogruppo dem Chiara Braga -. Chiediamo a Meloni di rendere conto delle parole del suo capogruppo e di prendere le distanze da affermazioni che rischiano di generare un conflitto senza precedenti". "Il principale partito di maggioranza getta fango sul Quirinale". La 5s Vittoria Baldino ha parlato di "un atto intimidatorio nei confronti anche di Mattarella". Anche Azione esprime solidarietà a Mattarella.

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Bignami: "Sinistra ignobile, aspettiamo ancora smentita"

Davanti alla richiesta delle opposizioni di un'informativa, è intervenuto sempre Bignami, che l'ha definita "superflua"perché "noi siamo abituati a ragionare con la nostra testa". Poi ha chiosato:" Continuiamo ad aspettare la smentita". Il capogruppo di FdI alla Camera ha poi puntato il dito contro "l'attacco virulento al direttore di un giornale. Non ci permettiamo mai di citare il Quirinale come destinatario di richieste. Oggi", a fronte di quanto riportato da "un autorevole giornale" che "riferisce nomi precisi e virgolettati, abbiamo chiesto di smentire a colui a cui vengono attribuite quelle frasi di smentire. La reazione delle sinistre è ignobile", vogliono "mettere il bavaglio alla stampa non allineata", ha attaccato.

Fazzolari: "Da Fdi e Chigi mai dubbi su lealtà Mattarella"

Sul caso è intervento anche il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolar, che ha specificato che "né Fdi né tanto meno Palazzo Chigi hanno mai dubitato della lealtà istituzionale del presidente Mattarella con il quale il governo ha sempre interloquito con totale spirito di collaborazione, non da ultimo sugli importanti dossier internazionali, dall'Ucraina al Medio Oriente. Infatti Bignami non si è in alcun modo riferito al Quirinale né si è rivolto in modo irrispettoso al presidente della Repubblica ma ha semplicemente fatto notare che sarebbe stata opportuna una smentita del consigliere Garofani per le affermazioni a lui attribuite".

Fdi: "Dopo colloquio questione chiusa, stima per Mattarella"

Dopo le polemiche, la premier Meloni si è recata oggi al Quirinale per parlare con il presidente Mattarella. I due, come si legge in una nota congiunta dei capigruppo di Fratelli d'Italia al Senato e alla Camera, Lucio Malan e Galeazzo Bignami, "avuto modo di confrontarsi sulle notizie di stampa riguardanti le dichiarazioni del consigliere Garofani, Fratelli d'Italia ritiene la questione chiusa e non reputa di aggiungere altro. Rinnoviamo la stima nel Presidente Mattarella e l'apprezzamento per la sintonia istituzionale tra il Quirinale e Palazzo Chigi". 

Schlein: "Doveroso Meloni a Colle, smettano di vedere complotti"

"Doveroso il passaggio di Giorgia Meloni al Quirinale dopo l'attacco scomposto di ieri, la smettano di vedere complotti dove non ce ne sono e si occupino della condizione economica di questo Paese con i dati della Commissione europea che purtroppo raccontano l'Italia fanalino di coda in Europa sulla crescita. C'è moltissimo da fare per fare ripartire l'economia". Così la segretaria del Pd Elly Schlein arrivando a Mestre (Venezia) per il comizio di chiusura della campagna elettorale di Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per il centrosinistra. "So che domani ci sarà un incontro sugli incentivi perché dopo il flop di Transizione 5.0 hanno tolto troppo in soldi e adesso devono ritrovarli da un'altra parte. Bisogna lavorare tanto per non interrompere gli investimenti in questo Paese perché se si interrompono rallenta l'economia e anche l'occupazione, c'è moltissimo da fare. Su questo continueremo a fare sentire la nostra voce sulla manovra nonostante il governo ogni giorno cerchi di parlare d'altro". 

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