Il presidente della Palestina è stato ricevuto al Quirinale dal capo dello Stato. Nel pomeriggio si è spostato a Palazzo Chigi per un faccia a faccia di un'ora con la premier. Ieri l’incontro in Vaticano con Papa Leone XIV, che ha a sua volta confermato come occorra "perseguire la prospettiva della soluzione a due Stati"
Prosegue a Roma la visita di Abu Mazen. Il presidente palestinese ha incontrato al Quirinale il capo dello Stato Sergio Mattarella. "Per la Repubblica italiana è un grande piacere averla qui a Roma confermando la grande amicizia che lega Palestina e Italia", ha detto il capo dello Stato. "L'Autorità nazionale palestinese è un interlocutore assolutamente fondamentale per l'Italia e la Comunita internazionale", ha aggiunto. Nel pomeriggio Abu Mazen si è poi spostato a Palazzo Chigi dove ha avuto un colloquio di un'ora la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Vogliamo uno Stato palestinese completamente privo di armi. Non tolleriamo che Hamas non sia disarmato. Siamo pronti a ricevere le loro armi e consegnarle a un garante internazionale. Finora Hamas ha rifiutato ma noi ribadiamo che Hamas deve essere disarmato e non puo' avere alcun posto nella futura governance palestinese", ha detto Abu Mazen al TG1 al termine della giornata. Ieri invece è stato ricevuto in Vaticano da Papa Leone XIV.
Mattarella: "Avanti concreti con due Stati"
"Occorre procedere con grande concretezza per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza e verso la creazione di due Stati nella regione. Questi obiettivi passano attraverso il disarmo di Hamas e il forte coinvolgimento dei Paesi arabi", ha detto ancora Mattarella. "Dobbiamo eliminare tutti quegli ostacoli che si frappongono alla soluzione dei due Stati due popoli - ha aggiunto il capo dello Stato - Bisogna fare presto per evitare che chi non vuole la pace, in entrambi gli schieramenti, possa riorganizzarsi. È indispensabile assecondare il piano di pace di Sharm el-Sheikh, mantenendo il rispetto del cessate il fuoco da ambo le parti. Le violenze allontanano la pace e la sicurezza per tutti, anche per Israele".
Abu Mazen: "Vogliamo vivere accanto Israele, ora ci riconosca"
"Siamo contrari alla guerra, all'odio, al terrorismo. Vogliamo vivere in un nostro Stato accanto a Israele che abbiamo riconosciuto nell'88 e nel 93, con gli accordi di Oslo, come Stato e come territorio, ora anche Israele deve riconoscere a sua volta il nostro Stato e il nostro territorio", ha detto il presidente palestinese Abu Mazen nel colloquio con Mattarella. "Una volta che avremmo raggiunto la pace, parleremo con tutti i Paesi arabi perché riconoscano lo Stato di Israele", ha ribadito, spiegando che Hamas deve consegnare le armi e non dovrà svolgere alcun ruolo in futuro, perché non crede alla pace.
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L'incontro con Meloni
Nel pomeriggio Abu Mazen è arrivato a Palazzo Chigi per l’incontro con Giorgia Meloni, durante il quale ha nuovamente chiesto che l'Italia riconosca lo Stato di Palestina. Un riconoscimento cruciale per "proteggere la soluzione dei due Stati, sistematicamente minata dalle politiche israeliane, raggiungere una pace basata sulla legittimità internazionale e sull'Iniziativa di Pace Araba e garantire l'indipendenza della Palestina lungo i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale, vivendo in sicurezza e pace al fianco di Israele", ha detto Abu Mazen, secondo quanto riportato dall'agenzia stampa palestinese Wafa. Il presidente palestinese ha ribadito il suo appello all'Italia affinché "continui a svolgere un ruolo chiave nel rafforzare la sicurezza, sostenere la ricostruzione di Gaza e coordinarsi con tutte le parti interessate per raggiungere una pace duratura". Infine, a colloquio con Meloni, Abu Mazen ha anche affrontato la questione delle "gravi sfide economiche e finanziarie che lo Stato di Palestina si trova ad affrontare, derivanti dal continuo trattenimento delle entrate fiscali palestinesi da parte di Israele, che ha soffocato l'economia palestinese e indebolito le istituzioni statali".
Meloni: "Attuare rapidamente il Piano di Trump"
Come spiega una nota di Palazzo Chigi, nel corso del colloquio Meloni "ha ribadito la necessità di consolidare il cessate il fuoco e di avviare la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza, procedendo rapidamente con la piena attuazione del Piano di Pace del Presidente Donald Trump, anche attraverso il disarmo di Hamas che non potrà avere alcun ruolo nel futuro del popolo". La premier ha "valorizzato il forte e costante impegno italiano sia nell'assistenza umanitaria alla popolazione civile - attraverso l'iniziativa 'Food for Gaza', le evacuazioni mediche e il 'corridoio universitario' - sia nella formazione delle forze di polizia e nel processo di riforme dell'Autorità palestinese", riferisce la nota di Palazzo Chigi sull'incontro, al termine del quale, "nel reiterare la necessità di lavorare a una soluzione politica duratura sulla base della prospettiva dei due Stati, è stato confermato che il Governo italiano, anche sulla base delle priorità indicate dall'Autorità Palestinese, sta lavorando a un pacchetto di aiuti umanitari e per la ricostruzione da presentare alla Conferenza su Gaza che l'Egitto intende convocare".
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L’incontro con il Papa
Quello tra il Pontefice e Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, è stato il loro primo faccia a faccia. La Santa Sede nelle comunicazioni ufficiali lo ha definito il “presidente dello Stato di Palestina”. Il Vaticano infatti ha riconosciuto lo Stato dieci anni fa, nel giugno del 2015. E la visita si è inserita nel percorso avviato da Papa Francesco. Leone XIV ha confermato che occorre "perseguire la prospettiva della soluzione a due Stati". Nel corso del faccia a faccia, durato circa mezz'ora, è stata anche sottolineata "l'urgenza di prestare soccorso alla popolazione civile a Gaza e di porre termine al conflitto", ha riferito il Vaticano al termine dell’incontro. "Grazie per ricevermi, sono felice e grato di essere nuovamente qui", ha detto il presidente Mahmoud Abbas stringendo la mano al Pontefice e portandogli un dono dalla basilica della Natività di Betlemme. La sua ultima visita in Vaticano risaliva a dicembre 2024 quando, con Papa Francesco, si era sottolineata, anche in quella occasione, "l'importanza di raggiungere la soluzione per i due Stati". Con Leone, Abu Mazen aveva invece avuto un colloquio telefonico lo scorso luglio nel quale avevano parlato soprattutto della situazione umanitaria a Gaza, che resta nelle preoccupazioni del Papa e della Santa Sede.