In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Governo Meloni, tensioni nella maggioranza tra Lega e Forza Italia. Oggi il Cdm

Politica
©IPA/Fotogramma

Ieri il Senato ha dato il via libera alla fiducia sul dl fisco, che passa quindi alla Camera. Ma rimangono le divisioni all’interno della maggioranza dopo lo stop degli azzurri alla riduzione del canone Rai chiesto dal Carroccio. Nevi definisce Salvini un “paraculetto” e gli chiede di darsi “una calmata”. Il vicepremier replica: “Peace and love”. Nel pomeriggio il Consiglio dei ministri, sul tavolo il decreto cyber

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Resta alto il livello di tensione all’interno della maggioranza di governo. Lo scontro si è acceso sul tema del canone Rai, con la Forza Italia che ha stoppato la richiesta della Lega di abbassarlo di 20 euro, arrivando a votare con le opposizioni pur di bloccare l’iniziativa. Il portavoce nazionale degli azzurri, Raffaele Nevi, ha definito “paraculetto" il leader leghista Matteo Salvini. La premier Meloni sta cercando di mettere un freno alle fibrillazioni e avrebbe intenzione di evitare ogni accenno quando nel pomeriggio di oggi si riunirà il Consiglio dei ministri.

Gli incontri della premier

Il tema sarebbe stato invece affrontato nel colloquio fra la premier e il presidente della Repubblica Mattarella, programmato da giorni e avvenuto mercoledì, a un paio d'ore dal caos in Senato, subito dopo un breve faccia a faccia fra Meloni e Tajani. Nel day after, la presidente del Consiglio avrebbe avuto contatti con i due vicepremier. "È andata come doveva andare", avrebbe ragionato con i suoi, si racconta in ambienti della coalizione tirando le somme dopo la spaccatura della maggioranza, in cui FdI si è schierata assieme alla Lega sul canone, in una votazione dall'epilogo quasi scontato. All'interno del centrodestra c'è chi vede nelle mosse di Meloni una strategia per contenere da un lato le spinte di FI e dall'altro le fughe in avanti della Lega. Nessuno, fra i protagonisti della coalizione, ignora però il rischio che ora possano restare cicatrici sulla maggioranza, in un momento cruciale come l'approvazione della manovra in Parlamento.

Forza Italia attacca

"Nessun litigio", taglia corto Tajani, che con i fedelissimi rivendica di aver tenuto il punto e di aver dimostrato che il partito è unito. "Ora facciamo raffreddare le acque", il messaggio del leader (che nei giorni scorsi ha convocato il Consiglio nazionale per il 13 dicembre). Intanto, però, Nevi ha invitato la Lega a darsi "una calmata: abbassi i toni e torniamo a parlarci di più". Con quell'appellativo per Salvini che in romanesco suona come 'furbetto'. Servono quattro ore per la nota con cui l'azzurro si scusa se le sue parole "sono risuonate come offensive nei confronti del leader della Lega". "Peace and love", replica il vicepremier, al termine di una giornata in cui gli altri leghisti rispettano quasi rigidamente l'ordine di scuderia di non commentare: "È FI che ha votato con il Pd...".

Vedi anche

Canone Rai, Tajani: "Maggioranza solida". Salvini: stop non mi irrita

Gli scenari

Dopo la crescita alle Regionali, FI reclama il ruolo "incontrovertibile" di seconda forza della coalizione, secondo una logica contestata però dalla Lega e dalla stessa Meloni, secondo cui valgono i numeri in Parlamento. Le prove di forza potrebbero presto ripetersi. Perché i dossier aperti non sono pochi. Dalla distribuzioni delle deleghe di Raffaele Fitto, alle modifiche alla manovra. Passando per il capitolo Rai. Non solo la partita dei vertici, con il piano di FI di ottenere la presidenza per Simona Agnes che non decolla. Depositata alla Camera c'è una proposta del leghista Stefano Candiani per aumentare i limiti di affollamento del tetto pubblicitario della tv di Stato. Uno scenario visto come fumo negli occhi dagli azzurri e con potenziali ricadute negative per altre emittenti, come quelle di Mediaset, della famiglia Berlusconi.

Oggi il Cdm

Per le ore 14 di oggi è convocato il Consiglio dei ministri. Sarà l'ultimo di Raffaele Fitto, che riceverà saluti e applausi dai colleghi prima delle dimissioni e del trasferimento a Bruxelles. All'ordine del giorno c'è anche il decreto legge in materia di giustizia, con misure che riguardano la cybersicurezza, il cui esame è già slittato due volte, anche per le perplessità di FI.

Vedi anche

Taglio canone Rai bocciato, FI con opposizione. Meloni: "Schermaglie"

Ok Senato alla fiducia sul dl fisco, passa alla Camera

Ieri intanto l'aula del Senato ha confermato la fiducia, posta dal governo, sul decreto fiscale. Hanno votato a favore 100 senatori, 46 contrari e un astenuto. Il provvedimento che è collegato alla legge di bilancio, passa ora alla Camera per l'approvazione definitiva. Va convertito in legge entro il 18 dicembre. Come si apprende dai tabulati del Senato, in aula erano presenti 147 senatori e altrettanti i votanti. A favore hanno votato, compatti, i gruppi di maggioranza (Coraggio Italia-Udc, Fratelli d'Italia, Forza Italia e Lega). Tutte contrarie le opposizioni (Italia viva, M5s, gruppo Misto e Pd) e l'unico astenuto è stato il senatore Meinhard Durnwalder del gruppo delle Autonomie. Il decreto fiscale approderà in Aula alla Camera martedì 3 dalle 16 dopo il voto finale sul ddl concorrenza. È stata preannunciata l'apposizione della questione di fiducia al termine della discussione generale, non prima delle 18. Mercoledì dalle 16.20 ci saranno le dichiarazioni di voto sul voto di fiducia e dalle 18 la chiama. Il voto finale sul decreto si terrà giovedì 5 dalle 9 alle 13.

Vedi anche

Tasse, Italia terza tra i Paesi Ocse: pressione fiscale al 42,8%