Migranti, oggi il Cdm: Meloni prepara il decreto. Scontro con le toghe

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Il Consiglio dei ministri si riunisce alle 18. Dovrebbe promulgare un decreto che possa superare la sentenza europea che riguarda i Paesi considerati "sicuri" o "non sicuri", dopo che la magistratura ha bloccato la procedura in Albania per 12 migranti, provenienti da Bangladesh ed Egitto: avrebbero dovuto essere ospitati nei centri di Schengjin e Gjiader, invece sono stati fatti tornare in Italia

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Attesa per il Consiglio dei ministri che si riunisce oggi, alle 18, con il focus sui migranti. Il Cdm dovrebbe promulgare un decreto che possa superare la sentenza europea che riguarda i Paesi considerati "sicuri" o "non sicuri". Proprio la lista europea, del resto, è stata alla base della decisione della magistratura di bloccare la procedura in Albania per 12 migranti, provenienti da Bangladesh ed Egitto, che avrebbero dovuto essere ospitati nei centri appena costruiti a Schengjin e Gjiader, dopo l'accordo tra Italia e Albania. Invece, a causa della decisione della magistratura, sono tornati in Italia (LO SPECIALE DI SKY TG24 SUI MIGRANTI).

Il provvedimento in arrivo

Il provvedimento al centro del Cdm dovrebbe rendere norma primaria, e non più secondaria come il decreto interministeriale, l'indicazione dei Paesi sicuri, quelli verso cui è più facile disporre i rimpatri. Si lavora, spiegano fonti di maggioranza, anche a un altro aspetto: ossia i ricorsi contro le decisioni sul trattenimento nei Cpr, e si sta valutando di farlo con le Corti d'Appello. Una soluzione già introdotta, per le richieste d'asilo, con il recente decreto flussi, e che ha generato l'allarme dei 26 presidenti delle Corti d'Appello, alle prese con organici ridotti e sovraccarico di cause. Si andrebbero così a toccare due elementi della sentenza del Tribunale di Roma, "abnorme" per il guardasigilli Carlo Nordio e ineccepibile per le l'Unione delle camere penali, secondo cui i giudici si sono "limitati ad applicare la normativa europea di

riferimento, in linea con le indicazioni vincolanti della Corte di Giustizia dell'Unione europea". "La magistratura non ha compiti politici ma di rispetto dei diritti e delle garanzie delle persone", puntualizza il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, che vede "minacce" nelle parole di Nordio e denuncia "toni di aggressione al lavoro giudiziario che non hanno precedenti".

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